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Il senatore Menia a scuola per un evento sul Giorno del ricordo: polemiche e tensioni a Bari

Polemiche e tensioni all’esterno dell’istituto Marco Polo di Bari dove oggi si è tenuto un incontro organizzato in occasione del Giorno del ricordo, che ricorre il 10 febbraio di ogni anno per commemorare le vittime delle foibe, alla presenza del senatore Roberto Menia di Fratelli d’Italia.

All’esterno della scuola studenti che aderiscono ad alcuni collettivi – tra cui Uds e Osa – hanno contestato l’evento esponendo alcuni striscioni su cui si legge “Fuori i fascisti revisionisti dalle scuole” e “Per sempre partigiani“.

In un post pubblicato sui social, ragazze e ragazzi che aderiscono all’Opposizione studentesca d’Alternativa (Osa), spiegano le ragioni della loro protesta: «Non accettiamo che venga riscritta la storia e le dinamiche di un atto di resistenza legittima fatto da parte dei partigiani jugoslavi, soltanto per poter legittimare i fascisti e di conseguenza l’attuale governo».

Durante il presidio, si legge nel post, il senatore Menia avrebbe «spinto gli studenti facendo una provocazione contro i partigiani delle scuole che stavano lottando contro chi porta avanti politiche reazionarie e fasciste anche dentro le nostre scuole».

In una nota congiunta, la coordinatrice cittadina di Fratelli d’Italia Bari Antonella Lella e Azione studentesca, parlano di una «protesta flop di una sparuta rappresentanza di un collettivo di sinistra».

FdI e Azione studentesca affermano che «ancora una volta chi professa la democrazia ha tentato di impedire lo svolgimento di una manifestazione, evidentemente scomoda per chi vuole rinnegare o infangare la storia, con insulti verbali a un parlamentare della Repubblica, accusato persino di inesistenti minacce. Il solito vittimismo di una sinistra pronta a reprimere ogni iniziativa democratica non in sintonia con i propri “principi”». Nella nota, inoltre, è stigmatizzato anche il «post volgare con l’immagine del senatore Menia a testa in giù. Un atto – dicono Lella e gli studenti – che si commenta da sé».

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