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Gaza tra guerra e diplomazia: Israele prepara l’invasione, nuove pressioni per la tregua

Sono ore decisive per la possibile fine del conflitto tra Israele e Hamas. Tel Aviv ha definito i piani per l’occupazione di Gaza City: secondo indiscrezioni di Channel 12, il capo di Stato Maggiore Eyal Zamir ha approvato un’operazione che prevede l’evacuazione della popolazione in meno di due mesi, seguita dall’accerchiamento e dall’ingresso delle truppe.…
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(AP Photo/Jehad Alshrafi - LaPresse)

Sono ore decisive per la possibile fine del conflitto tra Israele e Hamas. Tel Aviv ha definito i piani per l’occupazione di Gaza City: secondo indiscrezioni di Channel 12, il capo di Stato Maggiore Eyal Zamir ha approvato un’operazione che prevede l’evacuazione della popolazione in meno di due mesi, seguita dall’accerchiamento e dall’ingresso delle truppe. Una prospettiva che ha già spinto migliaia di famiglie palestinesi a lasciare i quartieri orientali, sotto bombardamenti continui, per dirigersi verso ovest e sud della Striscia.

La mossa militare si intreccia con intensi negoziati diplomatici. Al Cairo una delegazione di Hamas ha ricevuto una nuova proposta di tregua di 60 giorni, con il rilascio di dieci ostaggi israeliani e dei corpi di almeno quindici prigionieri morti, in cambio della liberazione di centinaia di detenuti palestinesi. L’iniziativa, sostenuta da Egitto e Qatar con garanzia scritta degli Stati Uniti, punta a scongiurare l’offensiva di terra. Da fonti regionali filtra un cauto ottimismo: «un annuncio positivo» potrebbe arrivare nelle prossime ore.

Ma Israele resta rigido: Netanyahu ha ribadito che non ci sarà accordo senza il rilascio totale degli ostaggi. Donald Trump, intervenuto su Truth Social, ha dichiarato che «il ritorno degli ostaggi avverrà solo con la distruzione di Hamas».

Intanto, sul terreno la crisi umanitaria si aggrava. Il ministero della Salute di Gaza denuncia oltre 62mila morti dall’inizio della guerra e 263 decessi legati a fame e malnutrizione. Amnesty accusa Israele di «politica deliberata di affamamento», accusa respinta da Tel Aviv che, nelle ultime ore, ha annunciato il lancio di 180 pacchi di aiuti umanitari con la collaborazione di nove Paesi.

Le pressioni internazionali aumentano: l’Egitto si dice pronto a partecipare a una forza multinazionale sotto mandato ONU e l’Autorità Palestinese prepara un comitato provvisorio per governare Gaza dopo la guerra. Nel frattempo, a Tel Aviv, oltre due milioni di cittadini hanno manifestato chiedendo la liberazione degli ostaggi e la fine del conflitto: una delle proteste più grandi mai viste dall’inizio delle ostilità.

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