Sono iniziati al Cairo e proseguiranno a Sharm el-Sheikh i colloqui tra Hamas, Israele e Stati Uniti sul piano di pace proposto dal presidente americano Donald Trump. La delegazione israeliana è guidata dal ministro degli Affari strategici Ron Dermer, affiancato da alti funzionari del Mossad e dello Shin Bet. Per Hamas, a capo della delegazione c’è Khalil al-Hayya, già impegnato in incontri con l’intelligence egiziana. Presenti anche l’inviato Usa Steve Witkoff e Jared Kushner, genero di Trump.
Il negoziato punta a un cessate il fuoco duraturo, alla liberazione degli ostaggi e alla ricostruzione di Gaza sotto una nuova amministrazione palestinese di tecnocrati. Hamas insiste sul rilascio di sei detenuti di lungo corso, tra cui Marwan Barghouti, e chiede l’ingresso di almeno 400 camion di aiuti al giorno. Sullo sfondo, però, continuano i bombardamenti israeliani: secondo il Ministero della Salute di Gaza, i morti dall’ottobre 2023 sono saliti a oltre 67mila.
A poche ore dall’avvio dei colloqui, Israele ha rafforzato la sicurezza lungo il confine con la Striscia per l’anniversario del 7 ottobre, quando Hamas attaccò il Paese nel 2023. Centinaia di persone si sono radunate nei kibbutz colpiti per commemorare le vittime.
Intanto, la Global Sumud Flotilla — fermata nei giorni scorsi dalla marina israeliana — denuncia «maltrattamenti» durante la detenzione dei suoi membri. Gli ultimi 15 attivisti italiani sono in volo verso Atene, ha annunciato il ministro Antonio Tajani.
Dal Cairo, il presidente egiziano al-Sisi ha elogiato l’iniziativa di Trump, definendola «un passo verso una pace duratura». Anche la ministra degli Esteri palestinese Aghabekian ha parlato di «piano non perfetto, ma nella giusta direzione». Trump, su Truth, ha definito «positivi» i colloqui e invitato le parti ad «agire velocemente. Il tempo è essenziale, o seguirà un enorme spargimento di sangue».