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Dal palco di Sanremo alla candidatura politica: Pierdavide Carone in campo per Palagianello

Dal palco dell’Ariston di Sanremo (vincitore nel 2010 come autore del brano "Per tutte le volte che…" interpretato da Valerio Scanu e quinto nel 2012 con "Nanì" insieme a Lucio Dalla) ai banchi della politica. È la scelta di "ritornanza" del cantautore pugliese Pierdavide Carone che si candida al consiglio comunale di Palagianello, suo paese…

Dal palco dell’Ariston di Sanremo (vincitore nel 2010 come autore del brano “Per tutte le volte che…” interpretato da Valerio Scanu e quinto nel 2012 con “Nanì” insieme a Lucio Dalla) ai banchi della politica. È la scelta di “ritornanza” del cantautore pugliese Pierdavide Carone che si candida al consiglio comunale di Palagianello, suo paese natale in provincia di Taranto, con lo slogan: «la cultura al centro».

Come mai ha deciso di candidarsi al Consiglio comunale di un piccolo paese di settemila anime?

«Il mio non è propriamente un gesto politico ma un gesto d’amore e amicizia. Amicizia verso il candidato sindaco Vito Vetrano, che per me è più che un amico, direi un fratello. Abbiamo iniziato a suonare insieme. Lui era lui il frontman del gruppo rock Indian Scream e io facevo il chitarrista. Lui era al centro del palco e ora, vent’anni dopo ci ritroviamo nella stessa posizione: sarà lui al centro del palco e io cercherò di dare una mano».

Sarebbe pronto anche a ricoprire un ruolo nell’eventuale Giunta?

«Mi ha chiesto, in caso di vittoria, di fare l’assessore alla Cultura e lo spettacolo. Fare altro non avrebbe avuto senso, ognuno deve fare quello che conosce. Anche se la mia è cultura pop, penso di poter essere utile in quel campo. Credo che Vito possa essere un buon sindaco. Ritengo inoltre che a sinistra, dove diciamo la lista Palagianello Bene Comune affonda le sue radici, ci sia bisogno di un ricambio generazionale da un po’».

Sarà una lista di giovani?

«È composta da uomini e donne di 30-40 anni, c’è qualche under 30 ed è una bella cosa. Poi il mio è anche un atto d’amore nei confronti di mio padre Angelo (scomparso a novembre 2020 ndr). Era lui il politico della famiglia. Una volta fu candidato con quella che si può considerare un’antenata di questa lista, ma i risultati non furono buoni. Io cercherò di proseguire su una linea che ha iniziato idealmente mio padre ed è anche un modo per celebrare il mio rapporto con Palagianello, che mi ha cresciuto, dal quale sono dovuto andar via perché non era possibile inseguire il sogno che avevo».

Lei vive da anni a Milano ed è spesso in giro per concerti. Come pensa di conciliare l’impegno politico?

«Di sicuro non sarà facile. Vorrà dire che viaggerò di più e dormirò di meno. Dopo la morte di mio padre credevo di aver quasi del tutto archiviato la mia vita palagianellese e invece sento di dover fare qualcosa per quei ragazzi che come me hanno dovuto lasciare la terra natìa e per i genitori che vedono i figli partire ogni giorno per cercare fortuna altrove».

Cosa farebbe da assessore alla Cultura e spettacolo?

«Mi impegnerei per far sì che Palagianello non sia solo l’export dei tanti talenti che genera, ma che possa essere l’import di una polarizzazione culturale, pugliese e non. Questo lo si potrà fare solo mettendo la cultura al centro delle scelte politiche e amministrative.

Può fare qualche esempio?

«A Palagianello da tanti anni si tiene il Festival del Folklore, che ha un solo difetto, lo conosciamo solo noi. Ecco, prima di inventarmi qualcosa, darei amplificazione a ciò che c’è già e ha un notevole valore. Anche Melpignano è un piccolo paese, eppure il suo festival ha un’eco internazionale. Anche il nostro Festival potrebbe avere stessa fortuna, magari portando di edizione in edizione ospiti che creino effetto mediatico e valore. Lo stesso vale per i luoghi. Abbiamo un piccolo anfiteatro unico nel suo genere, di fronte alla nostra bellissima gravina. Adesso è abbandonato e invaso dalle sterpaglie. Io lo farei diventare luogo per rassegne, dalla musica al cinema. O ancora il castello di Palagianello, tristemente abbandonato al suo destino, potrebbe ospitare manifestazioni culturali ed eventi legati a libri, mostre d’arte. Palagianello ha un potenziale invidiabile, io non mi inventerei nulla, darei solo sfogo a talenti che ha già ma che non sfrutta appieno».

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