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Cutro, centinaia di pugliesi alla manifestazione. La Cgil: «Un dovere esserci»

"Siamo dove era giusto essere oggi, in centinaia dalla Puglia con la Cgil, espressione dell'associazionismo, dell'impegno civico e politico, tanti lavoratori e lavoratrici, giovani, per portare il nostro cordoglio, manifestare vicinanza ai famigliari di chi ha perso la vita, per chiedere basta con queste stragi". Sono le parole di Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil…

“Siamo dove era giusto essere oggi, in centinaia dalla Puglia con la Cgil, espressione dell’associazionismo, dell’impegno civico e politico, tanti lavoratori e lavoratrici, giovani, per portare il nostro cordoglio, manifestare vicinanza ai famigliari di chi ha perso la vita, per chiedere basta con queste stragi”. Sono le parole di Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia, nel commentare la partecipazione di una delegazione che dalla Puglia ha raggiunto Cutro per la manifestazione “Fermare la strage. Subito!”. “Tanti pugliesi – evidenzia Gesmundo – che in un sabato di marzo hanno deciso che era un dovere essere qui a testimoniare che c’è una larga parte del Paese che reclama una gestione completamente diversa nella gestione dei fenomeni migratori. Qui dove ancora oggi si recuperano corpi di bambini, dove nessun esponente del governo è venuto e che ha provvedimenti che hanno più natura propagandistica. Perseguire gli scafisti? Bene, chiunque specula su questo fenomeno va perseguito. Ma non basta se di contro non si costruiscono percorsi legali di ingresso, corridoi umanitari, da concordare in sede europea e con gli stati di provenienza”. Per la Cgil Puglia non basta allargare le maglie dei flussi di ingresso per motivi di lavoro: “Non c’è correlazione – prosegue il sindacalista – con il tema delle migrazioni, di chi fugge da miserie e guerre, non ci può essere paragone nei numeri. Il primo passo sarebbe abolire la legge Bossi-Fini, una norma che condanna all’irregolarità migliaia di persone”. “Basta con logiche poliziesche e repressive, basta con le detenzioni legalizzate dei Cpr – conclude – occorre costruire anche una accoglienza degna. Se non si fa tutto questo non fermeremo le stragi e alla prossima inevitabile tragedia trionferà l’ipocrisia istituzionale”.

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