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Bari, sei beneficiari di misure di inclusione socio-lavorativa saranno impiegati nella Procura generale

Sei cittadini baresi, beneficiari dell'Assegno di inclusione (Adi) e di Supporto per la formazione lavoro (Sfl), saranno impegnati in attività di archiviazione e movimentazione dei fascicoli e segretariato per la Procura generale della Repubblica di Bari. È quanto prevede il Progetto utile alla collettività (Puc) "Istituzioni insieme", per il quale stamattina è stata siglata la…
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Sei cittadini baresi, beneficiari dell’Assegno di inclusione (Adi) e di Supporto per la formazione lavoro (Sfl), saranno impegnati in attività di archiviazione e movimentazione dei fascicoli e segretariato per la Procura generale della Repubblica di Bari.

È quanto prevede il Progetto utile alla collettività (Puc) “Istituzioni insieme”, per il quale stamattina è stata siglata la convenzione tra il sindaco Vito Leccese e il procuratore generale del capoluogo pugliese, Leonardo Leone De Castris.

Il Puc, è spiegato nella manifestazione d’interesse proposta dalla Procura generale, «si propone di avviare un “modello di impegno civico per la cosa pubblica” nel settore della giustizia. Il suo duplice intento – è spiegato – è di favorire, nei beneficiari coinvolti, la crescita professionale e formativa, nonché la consapevolezza della tutela della Giustizia quale bene comune, il cui funzionamento è da preservare con l’aiuto e la collaborazione della collettività a cui la stessa struttura si propone di essere vicina quale garante dei diritti».

A oggi il Comune di Bari ha attivato complessivamente 86 progetti Puc di restituzione sociale, ponendosi numericamente tra gli Ambiti più attivi a livello nazionale, coinvolgendo complessivamente oltre 1.300 beneficiari della città.

Si tratta, spiega il sindaco Leccese, «di un’esperienza di inclusione e di restituzione sociale, un modo per far sentire anche coloro che si trovano in situazioni di disagio sociale ed economico, e che beneficiano di misure di sostegno statali, partecipi della crescita della comunità».

De Castris ha espresso gratitudine al Comune di Bari «per questa opportunità che, se da un lato consente di avviare a forme di lavoro e di socialità persone ne hanno bisogno, dall’altro risponde a uno dei problemi principali dell’amministrazione della giustizia: la carenza di risorse, materiali e umane».

Per il procuratore generale di Bari, «al netto di qualsiasi riforma sbandierata, la presenza fisica delle persone negli uffici giudiziari è ciò che consente alla macchina della giustizia di funzionare, per cui disporre di risorse umane alle quali assegnare vario tipo di mansioni è l’elemento necessario per portare avanti il servizio cui siamo chiamati».

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