È ritenuto responsabile di un attentato dinamitardo e di tentate estorsioni ai danni di dieci imprenditori, il 36enne di Andria arrestato stamattina dai carabinieri.
Le indagini sono partite a seguito di alcuni episodi che si sono verificati nel 2023 nel co-capoluogo della Bat. A maggio di quell’anno, in particolare, nella periferia della città, venne fatto esplodere un ordigno che danneggiò il portone di ingresso di una palazzina di proprietà di una famiglia di imprenditori operanti nel settore trasporti.
Pochi giorni dopo, stando a quanto emerso, la vittima avrebbe ricevuto un sms che lo invitava a “mettersi in regola“. Il messaggio arrivava da un’utenza intestata a un cittadino straniero e, secondo gli inquirenti, sarebbe stato inviato proprio dal 36enne.
Successivamente, nel centro meccanizzato postale di Modugno furono trovate tre lettere, indirizzate ad altrettanti imprenditori andriesi attivi nei settori dei trasporti e del commercio di frutta e verdura, con all’interno una cartuccia 7,65 e un foglio su cui, anche in questo caso, c’era un invito a “mettersi in regola“.
Attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, i carabinieri sono riusciti a risalire all’indagato che, stando a quanto emerso, con le stesse modalità avrebbe avanzato richieste estorsive nei confronti di dieci imprenditori di diversi settori.
Solo una delle vittime ha denunciato mentre un’altra avrebbe anche ceduto alle pressioni consegnando 40mila euro al presunto estorsore.
Sulla base degli indizi raccolti, il gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, ha emesso la misura cautelare nei confronti del 36enne, eseguita stamattina dai carabinieri.









