È passato più di un mese e mezzo da quando intorno ai due condomini sgomberati per fessurazioni di via Don Luigi Sturzo a Matera sono comparsi i nastri rossi e bianchi e le transenne. Dentro, gli appartamenti sono deserti da allora: per entrare a prendere le proprie cose, i proprietari devono essere scortati dai vigili del fuoco. Due ordinanze comunali di sgombero senza nessuna indagine di supporto, una settimana in strutture ricettive a spese del comune, e poi più nulla. Alle porte del Natale, gli abitanti sono in affitto in appartamenti, garage o tavernette a loro spese. Il senso di abbandono da parte delle istituzioni è forte, come sottolinea Michele Mario Viggiani, che cinque anni fa ha acquistato casa lì e fino a quel fatidico 4 novembre ci viveva con la sua famiglia. Poi le crepe si sono repentinamente allungate e allora la decisione di chiamare i vigili del fuoco, portar via la propria famiglia e coinvolgere gli altri condomini. Una decisione «da padre e da tecnico», la definisce. Viggiani è architetto e all’inerzia dell’amministrazione ha risposto riunendosi con gli altri condomini e avviando un’indagine approfondita per capire cos’è successo davvero alla loro casa. «Non capisco la mancanza di vicinanza, certe risposte inadeguate, da incompetenti e irresponsabili», dichiara Viggiani. «Non una telefonata da parte dell’amministrazione, a nessuna delle persone coinvolte. Siamo stati lasciati soli». Viggiani parla di una burocrazia opprimente, ma anche e soprattutto di un totale disinteresse da parte delle istituzioni che hanno invece scelto di scaricare la scelta sui residenti. «Pilatismo» è la parola che Viggiani sceglie per definire il comportamento del sindaco e degli assessori, con i quali è riuscito ad interfacciarsi solo appena successo il fatto, e poi più nulla: «Dopo qualche giorno è arrivata una telefonata in cui ci veniva detto che l’amministrazione era a disposizione. Ma era una chiamata di facciata. Nel reperimento della documentazione, nelle indagini, nella ricerca dell’impresa cui affidarle, siamo stati lasciati completamente soli». I condomini hanno affidato, a loro spese, le indagini ad un’impresa. Nel giro di un mese, i primi risultati: sembrerebbe che la struttura dei palazzi sia integra e il problema sia dovuto ad uno smottamento dello strato argilloso che ricopre il terreno dovuto alla grande siccità di quest’anno. Dati che arrivano dai primi carotaggi e dalle ispezioni, e nei quali la politica cittadina risulta grande assente. «Ci sono famiglie, anziani, disabili. Da parte delle istituzioni non c’è stata nessuna attenzione. Il sindaco non ha usato gli strumenti a sua disposizione, gli uffici tecnici non hanno mosso un dito». Dopo qualche settimana, le prime relazioni geologiche sembrano confermare l’ipotesi dello smottamento: «In un’assemblea condominiale, alla richiesta di un’indagine di contesto prossimo, la risposta dell’assessore Piscopiello è stata “Mica possiamo bucare tutta Matera” – prosegue Viggiani -; ora che la concitazione dei primi giorni è svanita e la mia famiglia è al sicuro, ragiono come un tecnico e non solo come un padre. Stiamo indagando e le risposte arriveranno».
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Di Redazione19 Novembre 2024