Anche quest’anno, l’appuntamento con l’associazione “Lino Perrone” per la presentazione del calendario 2023 “MATER Matera – la parola più bella sulle labbra dell’umanità” si conferma uno dei più sentiti in città. C’è stata grande partecipazione infatti per l’iniziativa organizzata dall’Associazione “Lino Perrone”, in collaborazione con l’Associazione B&B Matera e l’Associazione Basilicata Mozambico che si è tenuta sabato, negli spazi dell’Open Space Apt Basilicata. I proventi della vendita del calendario saranno donati a sostegno di “A Mundzuku Ka Hina”, scuola-laboratorio di Maputo. Un’edizione quella di quest’anno incentrata sull’emancipazione femminile e la parità di genere, a partire dalla storia di Marisa Antonucci, madre del fotografo Antonio Genovese, la prima fotografa di Matera che materana non era ma che negli anni ‘50 rimase qui per amore sposando il padre di Antonio, Roberto, fotografo anche lui. Una professionalità spesa anche nel giornalismo, come ha raccontato il giornalista Pasquale Doria. Anche i premi assegnati quest’anno sono andati tutti a donne che si sono distinte nel panorama culturale e professionale della città: a Marianna Dimona il premio “Lino Perrone” «per lo spirito di imprenditorialità che la contraddistingue da sempre», a Nicoletta Ricciardi il premio “Roberto Galante” per «aver saputo attualizzare lo spirito di solidarietà che da sempre contraddistingue la popolazione materana», e alla squadra femminile di hockey, campionesse d’Italia, il premio “Francesca Divella”. E poi il premio “Michele di Lecce” alla memoria di Marisa Antonucci. La mostra fotografica degli scatti inseriti nel calendario, con le fotografie di una Matera in bianco e nero e quelle a colori di Maputo e la proiezione dello short-doc “La Lixeira – La dignità degli invisibili”, pluripremiato e nei prossimi giorni in concorso a Varsavia tra i primi 5 su 4200 opere provenienti da tutto il mondo, hanno arricchito la serata presentata dal giornalista Sergio Palomba. L’interpretazione da parte dell’attore teatrale Massimo Lanzetta di una poesia scritta dal compianto Lino Perrone quando era un ragazzo di 12 anni, e di un racconto opera di Roberto Galante sulla tragica esperienza vissuta in Mozambico da una donna del Paese africano è stata accolta con commozione dai presenti, molti dei quali legati da grande affetto ai due uomini che tanto hanno significato per la storia di questa città. E il lavoro della scuola/laboratorio di fotografia, grafica, scrittura e comunicazione A Mundzuku Ka Hina, destinata ai giovani che raccattano la sopravvivenza nella discarica di Maputo, a orfani e bambini di strada, con i suoi programmi didattici curati da Roberto Galante, continua ininterrotto da 13 anni, consolidandosi sempre di più. È infatti in produzione un cortometraggio, grazie al continuo legame con il Mozambico.