Oltre il 25 per cento di aumento negli ultimi cinque anni, dal 2018 al 2023, sulla tassa sui rifiuti nelle tasche dei materani. Quasi il 70 per cento a Potenza. Significa, quindi, che nella città dei Sassi la spesa è passata da 318,86 euro del 2018 a 400,49 euro del 2023; nel capoluogo lucano da 154,47 euro del 2018 a 261,50 euro del 2023. Sono dati che emergono dallo studio del servizio Fisco e Previdenza della Uil, che ha analizzato i costi della Tari in 109 città capoluogo di provincia sulla base delle delibere pubblicate nel 2023, mentre non è stato possibile includere le previsioni per l’anno in corso, poiché molti Comuni non hanno ancora pubblicato i provvedimenti di approvazione delle nuove tariffe, sfruttando la proroga per la scadenza alla fine di giugno.
Emerge in modo chiaro come la Tari incida in modo sproporzionato sui bilanci delle famiglie con minore capacità economica, mentre dai risultati delle simulazioni si evince come le famiglie con redditi più bassi destinano una quota maggiore del loro reddito al pagamento della Tari rispetto alle famiglie più abbienti. «Questo squilibrio – fanno sapere dal sindacato – è dovuto principalmente alla struttura stessa della tassa, che non sempre tiene conto delle capacità contributive dei cittadini. Nei Comuni dove la tassa è più elevata, l’impatto sui bilanci familiari può diventare particolarmente pesante per chi ha un reddito limitato, aggravando ulteriormente le disuguaglianze economiche. Gli enti locali, già gravati da numerose difficoltà gestionali e finanziarie, si trovano ora ad affrontare ulteriori tagli ai fondi, in una misura che sembra contraddire gli stessi principi di rilancio economico promossi dal Pnrr.
Si sta profilando, stando alle nuove disposizioni del ministero dell’Economia e delle Finanze, un vero paradosso: vengono colpiti i Comuni in misura direttamente proporzionale ai finanziamenti Pnrr che hanno ricevuto per gli investimenti. Questo sta a significare che i tagli graveranno maggiormente su chi avrà investito di più per migliorare le infrastrutture e i servizi per i cittadini, come gli asili nido, riqualificazione delle periferie, che richiederanno ai Comuni maggiore spesa corrente per le manutenzioni e l’assunzione degli educatori. I tagli, se realizzati, andranno a peggiorare le già precarie condizioni degli enti locali, specialmente nel Mezzogiorno». Sempre in tema di finanza locale, il segretario regionale Uil Vincenzo Tortorelli esprime profonda preoccupazione per quanto sta emergendo dalla bozza del decreto attuativo per la ripartizione dei tagli della recente legge di bilancio, che appare improntata a una rigida austerità.