Se per Isabella Rossellini non c’è stato nulla da fare, c’è un po’ di Italia nella notte degli Oscar con la statuetta per il Miglior corto d’animazione andato a “In the Shadow of the Cypress” di Shirin Sohani e Hossein Molayemi – già vincitore del “Marateale in Short” al Festival del Cinema “Marateale – Premio Internazionale Basilicata” nel 2024 – distribuito da Voce Spettacolo del lucano Walter Nicoletti.
Nella notte degli Oscar trionfa “Anora”
Nella serata degli Oscar, “Anora” l’ha fatta da padrona raccogliendo cinque statuette su sei nomination, compresa quella di miglior film, miglior regia e miglior attrice protagonista, con la giovane Mikey Madison che a sorpresa la spunta sulla favorita Demi Moore.
Il film di Sean Baker, che ha ottenuto anche il riconoscimento per miglior montaggio e miglior sceneggiatura originale, racconta la storia di una giovane spogliarellista di Brooklyn che incontra e sposa il figlio di un oligarca russo. Ma la famiglia di lui si opporrà al matrimonio e cercherà in tutti i modi di annullarlo.
Palma d’Oro al Festival di Cannes, “Anora” trionfa in lungo e in largo lasciando a mani vuote “A Complete Unknown“, pellicola che ripercorre la vita di Bob Dylan, interpretato da Timothée Chalamet, che esce a mani vuote dagli Academy Awards nonostante le otto nomination della vigilia.
Serata amara anche per “Emilia Pèrez“, forte di tredici nomination (compresa quella di miglior film internazionale, riconoscimento andato al brasiliano “Io sono ancora qui”) ma arrivato a Los Angeles “sgonfiato” dal caso Karla Sofia Gascon, l’attrice transgender protagonista del musical, presente in sala ma di fatto estromessa dalla campagna promozionale del film per alcuni suoi vecchi tweet razzisti e discriminatori riemersi nelle scorse settimane.
Zoe Saldana miglior attrice non protagonista
Nonostante le quotazioni del film in picchiata, la stella di Zoe Saldana è riuscita a brillare ugualmente ottenendo la statuetta come miglior attrice non protagonista (con l’Italia che faceva il tifo per Isabella Rossellini, suor Agnes in “Conclave”), mentre tra gli uomini si è imposto Kieran Culkin (A Real Pain).
Adrien Brody miglior attore protagonista
Particolarmente commosso e sentito anche il discorso di Adrien Brody, che a oltre 20 anni dal trionfo ne “Il pianista” ottiene un’altra statuetta come miglior attore protagonista in “The Brutalist”, premiato dall’Academy anche per la fotografia e la colonna sonora.
Riflettori su Gaza e il primo Oscar per la Lettonia
In una serata di gala senza grossi riferimenti geopolitici e d’attualità (a parte una battuta del conduttore Conan O’Brien senza citare apertamente Donald Trump e un “Slava Ukraine” pronunciato dall’attrice e attivista Daryl Hannah prima di consegnare una delle statuette) ci hanno pensato gli autori di un collettivo israelo-palestinese, produttori di “No Other Land“, premiato come miglior documentario, a tenere accesi i riflettori sulla situazione di Gaza.
Edizione storica anche per la Lettonia, che festeggia il suo primo Oscar con “Flow“, miglior film d’animazione capace di battere il “colosso” Inside Out 2, e per Paul Tazewell, primo uomo di colore a imporsi nella categoria “migliori costumi” per il suo lavoro in “Wicked“.