Un importante momento di confronto per discutere sulle buone pratiche che uniscono. Questo l’obiettivo del convegno-dibattito intitolato “Per una ecologia della Pace. Dialogo tra Massoneria e Religioni per la tutela della Casa Comune” ed organizzato ieri mattina nella sala convegni di Alvino 1884 a Matera dalla Fondazione Grande Oriente d’Italia in collaborazione con l’associazione “Quinto Orazio Flacco” di Matera”.
I presenti hanno approfondito il tema che riguarda il recupero del rapporto tra Uomo e Creato, evidenziando il rispetto delle varie peculiarità di risorse che non sono inesauribili e che, pertanto, mettono a rischio l’esistenza dell’umanità, come dimostrano gli effetti delle alterazioni climatiche e i conflitti in corso in numerose parti del pianeta. Tra le criticità anche le logiche di sfruttamento economico e di riposizionamento egemonico stanno particolarmente minando libertà, democrazia, rapporti tra i popoli. Dunque quale sarebbe la soluzione per fermare questo declino? Tutti i relatori hanno indicato l’urgenza di lavorare sinergicamente a una “Ecologia della Pace’’.
«Bisogna immergere nell’esperienza e nella vita di ogni giorno l’esercizio del dialogo e del confronto tra le persone e le religioni. Oggi a Matera ci stiamo provando confrontandoci tutti insieme», ha esordito il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi. Ma come si può tutelare una “Casa Comune” che preservi diritti, libertà di pensiero ed espressione, senza pregiudizi e discriminazioni? Il maestro Bisi non ha dubbi e ha risposto: «Con l’esercizio della laicità che vuol dire rispettare le religioni e le fedi di ciascuno, consentendo a ciascuno di praticare ciò in cui crede liberamente».
«Noi partiamo dalla visione di Papa Francesco nella tutela della Casa Comune. Siccome abbiamo un solo pianeta, dobbiamo gestircelo al meglio oppure sarà una catastrofe. Pertanto dobbiamo scegliere la via di una convivenza intelligente e lungimirante, dove uniamo le forze per salvare l’essenziale pur con le debite differenze, altrimenti non ci sarà futuro», ha aggiunto il teologo Don Paul Renner, in rappresentanza della Chiesa Cattolica. Renner ha poi spiegato il suo auspicio per il convegno, ovvero lo sviluppo di «una sintonia intellettuale, oltre quella spirituale, già esistente, che porti a sottolineare le buone azioni da condividere, in maniera tale da superare la parte teorica e passare rapidamente a quella pratica».
Il rappresentante della Comunità Religiosa Islamica Izzedin Elzir, Imam di Firenze, ha posto l’attenzione sul significato di pace che «non equivale solo all’assenza di guerra, ma rappresenta l’esistenza dell’armonia tra tutti. E noi dobbiamo fare la nostra parte per giungere al traguardo». Per Ezir, in questo processo, è fondamentale il concetto di responsabilità. «Non si può scaricare questo valore sugli altri. È molto facile incolpare l’esterno, ma siamo noi che dobbiamo fare i passi e assumerci la responsabilità». È quindi giunto il tempo di ragionare accettando che «siamo un’unica famiglia umana».
«L’obiettivo che noi ci prefiggiamo è sensibilizzare tutti a una dimensione che vada oltre il semplice percorso, le normative e le buone pratiche. Abbracciamo una via che ci conduca a riscoprire la visione più ampia di questa perfetta unione con tutto ciò che esiste», ha specificato il rappresentante della Chiesa Evangelica Valdese, il teologo Pastore Pavel Gajewski che poi ha aggiunto: «Noi dobbiamo migliorare la nostra capacità di vedere oltre la soglia del visibile perché la realtà che esiste non può essere ridotta esclusivamente alla dimensione fisica e materiale. Se fossimo in grado di alzare lo sguardo, questo sarebbe un ottimo risultato, in quanto la nostra vita interiore deve essere pronta ad affrontare quella esteriore. In ogni caso, è fondamentale dibattere e discuterne insieme, così come oggi a Matera», ha poi concluso.