Matera, mensa: sono tante le perplessità sul centro cottura

Lo scorso venerdì si è persa l’ennesima occasione utile per discutere l’interrogazione sulla questione mensa presentata dal consigliere comunale Nicola Casino; tuttavia, come è noto, l’intera maggioranza Bennardi ha preferito non presentarsi in aula impedendo di fatto lo svolgimento del Consiglio a causa della mancanza del numero legale. Un’inibizione temporale che però non impedisce alla nostra inchiesta di andare avanti e approfondire un aspetto dirimente della questione: il centro cottura, cuore essenziale di tutta l’attività di ristorazione. Sembrerebbe infatti che nell’offerta presentata da Vivenda, siano proprio le cucine a non rispettare le caratteristiche previste dalla lex specialis di gara per l’affidamento del servizio di ristorazione scolastica.

In particolare, l’articolo 5 del Capitolato di gara dispone che la preparazione dei pasti debba avvenire nel centro di cottura nella disponibilità della ditta assegnataria al momento della stipula del contratto/consegna del servizio, che dovrà “essere abilitato alla produzione, alla preparazione e al confezionamento di alimenti destinati alle mense scolastiche e/o alla ristorazione collettiva, oltre al trasporto, per almeno un numero minimo di 1400 pasti giornalieri; avere sede nel territorio del Comune di Matera o comunque a non oltre 15 km di distanza stradale dal riferimento convenzionale individuato, data la sua centralità come diversi plessi scolastici da servire, nella Sede Municipale sita a Matera in Via Aldo Moro, al fine di assicurare la migliore qualità dei pasti da fornire secondo le richieste del Capitolato, che può essere garantita soltanto se gli stessi vengono preparati ad una distanza adeguata rispetto ai luoghi di somministrazione (plessi scolastici)”.Come comprovato dagli atti, Vivenda nell’offerta tecnica ha indicato come immobile da adibire al servizio di preparazione dei pasti una porzione di fabbricato presso il Monastero Santa Maria Di Picciano (Mt) dichiarando che lo stesso è situato ad una distanza di percorrenza stradale pari a 15,0 km calcolata tramite l’applicativo Google Maps.

Salta però all’occhio l’eventualità che non sia stata rappresentata la percorrenza stradale nella sua totalità, ma solo in parte: dall’offerta tecnica di Vivenda si riscontra infatti che la posizione iniziale dell’iter di percorrenza risulta coincidere con l’ingresso del Monastero di Santa Maria di Picciano, un’area pedonale in realtà destinata unicamente al transito di pedoni e delimitata da appositi segnali che impediscono l’arrivo di alcun mezzo di trasporto atto alla veicolazione dei pasti prodotti, trattandosi in effetti di un’area scoperta di sosta per i pellegrini diretti al Santuario.

Valutando sia l’area di interesse che la planimetria del centro cottura indicato da Vivenda nell’offerta tecnica, diviene dunque facile rilevare che l’ingresso effettivo e la posizione del centro cottura risulterebbero ubicati ad una distanza di 81,79 metri dall’effettivo accesso riservato agli automezzi (accesso che può avvenire esclusivamente dalla strada laterale che costeggia tutto il complesso del Monastero): la distanza calcolata diventerebbe quindi pari a 15,18 km e quindi superiore rispetto a quella prescritta dal capitolato, considerando la tratta di percorrenza stradale dall’ingresso del centro cottura, inizio Contrada Picciano, fino alla Sede Municipale in via Aldo Moro.

Andrebbe anche valutato il fatto che l’applicativo Google Maps è a tutti gli effetti un servizio internet geografico che permette di visualizzare e ricercare carte geografiche e planimetrie (2D) delle città e comuni impiegando una variante della proiezione di Mercatore. Di conseguenza, le immagini visualizzate nell’applicativo in questione non sono ortofoto (a differenza di quelle utilizzate come mappe dell’Istituto Geografico Militare o dal Portale Cartografico Nazionale), bensì immagini appiattite per essere adattate alla proiezione cartografica. Ne consegue che le distanze non vengono rendicontate su un piano altimetrico, valutando salite e discese di percorrenza, ma utilizzando unicamente un piano monometrico. Ciò significa che anche le distanze considerate attraverso Google Maps sono soggette a tale variazione e pertanto, al fine di restituire una più precisa e fedele rappresentazione della distanza chilometrica, è opportuno valutare anche il profilo altimetrico del percorso indicato. Utilizzando un qualsiasi applicativo che prende in considerazione il profilo altimetrico del percorso, si rileva che la distanza effettivamente percorsa dal centro di cottura alla sede municipale è pari a 15,6 km.

A questa situazione, va ad aggiungersi l’omissione da parte di Vivenda nel piano trasporti dell’indicazione dei plessi scolastici delle scuole d’infanzia di via Lucana e di via D’Alessio, la scuola Primaria Minozzi di Via Lucana, la scuola primaria Semeria, la scuola media Minozzi di via Lanera e quella Pascoli in via Parini: mancanza non del tutto casuale, se si considera che è proprio da queste scuole che la distanza dal centro cottura risulta maggiore e precisamente tra i 16,5 e i 17,5 chilometri.

In attesa di avere riscontri, segnaliamo che nei giorni scorsi il servizio è stato fortemente criticato dai genitori: tante le polemiche sui social network sui valori nutrizionali presenti nei piatti e sulla proposta di pietanze fuori stagione. Ma il sindaco dal canto suo ha voluto rassicurare tutti, garantendo sulla qualità del servizio. Quel che è certo però, è che sull’argomento si avverte il bisogno di chiarezza. Non solo da parte dell’opposizione, ma anche di quelle tante famiglie che hanno chiesto ascolto e interventi tempestivi.

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