I numeri parlano di un ottimo riscontro di turisti nella Città dei Sassi, soprattutto nel mese di settembre e in questo inizio di ottobre con un’alta presenza di visitatori stranieri, in particolare americani e olandesi. Sembrerebbe che l’economia delle Città dei Sassi stia vivendo un periodo florido, ma i numeri devono essere analizzati e valutati in maniera approfondita e mai superficiale.
Ne sanno qualcosa i ristoratori materani che, come tutti i colleghi nella penisola italiana, stanno attraversando un periodo critico a causa dei rincari per la crisi energetica. Dopo aver messo alle spalle la pandemia da Covid-19 le cui conseguenze severe gravano ancora oggi, una nuova fase di difficoltà si è abbattuta verso il settore che pare al limite della sopravvivenza.
Dunque l’arrivo dei turisti offre una spinta economica, forse più che altro emotiva, ma è evidente che la situazione necessiti di interventi concreti e rapidi da parte delle Istituzioni nei riguardi di un mondo che da troppo mesi richiede una boccata d’ossigeno.
«Le imprese sono all’ultimo buco della cinghia che è stata stretta al massimo. Si aspetta che il nuovo governo invii un messaggio, anche minimo, sotto forma di aiuti concreti. Ma la situazione è tragica e seria», esordisce Angelo Tortorelli, proprietario della braceria “Capatosta” in via Ascanio Persio. «A differenza di aziende settentrionali, che sanno leggere i bilanci in maniera preventiva, qui siamo legati alle aziende in maniera affettiva. Fino a ieri, le aziende erano concentrate su costo del personale, della mancanza, dei contributi. Oggi la prima preoccupazione è la bolletta», ha aggiunto ancora.
Tortorelli fa notare una differenza sostanziale: mentre l’anno scorso la tragedia era in prospettiva, quest’anno siamo nel pieno dello tsunami. «Tanti di noi hanno già gettato la spugna. La rateizzazione delle bollette è una panacea, direi una falsa soluzione. Certo, è un aiuto rispetto al nulla». La preoccupazione maggiore è dovuta ai costi insostenibili che continuano a lievitare: «Il momento dell’emergenza scatta nella fase in cui le bollette scadono, e la norma prevede la non possibilità di distacco dell’energia da parte dell’erogatore, bensì la riduzione della potenza. Un’attività come la mia ha 50kw, la riduzione al 30 significa che non puoi usare i macchinari. Non è una questione di scelte: o paghi, o non lavori. Le prossime due o tre settimane saranno vitali per le attività. Ne vedremo delle belle».
Tanti i sacrifici dei commercianti che cercano in tutti i modi di tutelare il cliente. «Da una parte gli aumenti delle materie prime e dell’energia ci vedono costretti a stringere i denti per non gravare sulla clientela, maggiormente composta da residenti a Matera e da comuni limitrofi, dall’altra parte gli stessi clienti temono e risentono già dell’inflazione limitando le uscite nel fine settimana o, addirittura, al solo sabato», afferma Antonella Sasso, CEO del 14 Th Contemporary Restaurant, ubicato in via Lucana. Per Sasso non c’è più tempo da perdere, occorrono interventi urgenti «a favore delle famiglie e a sostegno dei consumi per evitare peggiori contraccolpi all’economia reale».
C’è chi riesce a limitare i danni, grazie a una politica preventiva, ma che non comporta molto ottimismo: «Momentaneamente rileviamo tariffe che non si discostano molto, ma potrebbe essere frutto di una riflessione preventiva che ci ha portato a stipulare tariffe con prezzi bloccati per due anni. Sento comunque colleghi che riscontrano un aumento di quasi il doppio delle spese e ciò non va assolutamente bene», dichiara Nunzia Bellomo del “Roger the club” in via Ridola. Anche in questo caso l’appello è preciso nei confronti degli organi competenti: «Le istituzioni dovrebbero attuare misure atte alla salvaguardia delle pmi a 360 gradi, in quanto esse rappresentano il motore dell’economia nazionale. Prima si comprende, meglio è per tutti».
Anche in periferia, il discorso non migliora, anzi. «Come normalmente accade tutti gli anni, l’inizio delle scuole e la fine della stagione estiva comportano un cambio di ritmi e abitudini. Sicuramente a livello turistico si è avvertito un calo nella fascia medio-bassa, mentre rimane invariata quella alta, ma al momento non tutti si rendono conto della gravità di ciò che sta accadendo», sostiene Giovanni Guercio, titolare di “Cafè Ballarò”, in piazza degli Olmi. A detta di Guercio «gli effetti sono devastanti per tutti. Io mi sento pure fortunato ad avere una dimensione piccola, oltre che avere un locale sano e in crescita, ma in ogni caso non potrò resistere a lungo». Oramai è cambiato l’approccio: «Oggi si lavora per pagare i debiti che produciamo lavorando, direi una situazione alquanto bizzarra», rimarca ancora.