Sant’Eustachio ritrova la sua testa (e il suo braccio): una giornata importante e attesa da tanto per la città di Matera quella di ieri, che ha visto da parte del sindaco Domenico Bennardi e dell’assessora Tiziana D’Oppido l’annuncio dell’avvio ai lavori di restauro della statua di Sant’Eustachio, patrono della città, sulla sommità del Palazzo del Sedile.
«Una statua di epoca rinascimentale che attendeva da tanti anni non solo la ricollocazione della testa, ma un restauro integrale», ha dichiarato il primo cittadino dalla sede dell’Associazione Maria Santissima della Bruna in piazza Sedile, dove si è tenuta la conferenza stampa. La statua è in partenza per Roma per un restauro lapideo ad opera del Consorzio Kavaklik Kristian Schneider, con l’alta sorveglianza della Soprintendenza e della consulenza scientifica della scuola di alta formazione di Matera dell’Istituto Centrale per il Restauro.
L’intervento è stato finanziato con 35mila euro dal comune di Matera, che ne è anche committente.
«È una giornata bellissima per la città – ha dichiarato l’assessora D’Oppido -. Questa non è una statua qualsiasi, ma la statua del santo patrono della città. Nel tempo ha perso la testa e il braccio sinistro, mentre il destro era già andato perduto. L’operazione di restauro della statua ha un grande valore non solo artistico e storico, ma anche spirituale e identitario per la città».
I primi ponteggi sulla sommità di Palazzo del Sedile sono già stati innalzati e comprendono anche i lavori di conservazione della statua di Sant’Irene, di fianco a quella del patrono.
Una bella notizia per la cittadinanza, che è anche invitata a contribuire, ove possibile, ai lavori di restauro fornendo eventuali testimonianze fotografiche d’epoca che permettano di ricostruire le sembianze del braccio destro della statua, di cui non esistono immagini cui attenersi ma che gli esperti ricostruiranno ex novo nella maniera più fedele possibile. Quello tra la statua di Sant’Eustachio e l’amministrazione comunale è un legame che risale a 1000 anni fa, come ricorda Franco Moliterno dell’Associazione Maria Santissima della Bruna, al tempo in cui il governo cittadino si chiamava ancora “Il Sedile”, da cui discende il nome della piazza stessa. Una tradizione durata fino al 1875, quando la festa si celebrava il 2 maggio.
Da allora e fino alla fine della prima guerra mondiale, più nulla; ma poi l’amministrazione riprese a finanziare le festività in onore del santo celebrandole il 20 settembre: da allora, il sindaco offre all’altare di sant’Eustachio l’olio per l’accensione della lampada votiva in suffragio dei soldati caduti.
«La ricollocazione della statua e il ripristino è estremamente importante perché va a riannodare l’antico filo del santo materano con l’amministrazione pubblica – ha dichiarato Moliterni -. Sulla facciata barocca del 1759 ci sono le indicazioni su come dev’essere gestita la cosa pubblica, come espresso dalle statue femminili nelle nicchie accanto all’arco rinascimentale, improntate sulle quattro virtù cardinali: giustizia, temperanza, saggezza e fortezza. La più importante di tutte, e quella che collega l’immagine del santo all’amministrazione, è la virtù della fortezza: l’altro nome di sant’Eustachio è infatti sant’Eustazio, che in greco significa appunto fortezza». L’amministrazione comunale aggiornerà i cittadini e le cittadine sullo stato dei lavori; nel frattempo, per condividere foto d’epoca che possano aiutare le operazioni di restauro, ci si può rivolgere all’ufficio cultura del comune di Matera.