Nelle scorse ore l’amministrazione comunale di Matera ha ricevuto il progetto di fattibilità tecnica ed economica del “Parco del Campo”, opera di rigenerazione urbana che l’amministrazione Bennardi ha candidato al Pnrr ottenendo l’ammissione al finanziamento complessivo per 12.650.000 euro. «Questa è una delle grandi opere che, incrociando le dita, lasceremo alla città. Lieto del lavoro della commissione e dei progettisti che hanno recepito i nostri indirizzi. Presto organizzeremo una presentazione pubblica», ha dichiarato sui social il sindaco, Domenico Bennardi.
La relazione tecnico illustrativa del progetto di fattibilità è stata illustrata in Commissione Opere Pubbliche da parte dello studio di progettazione Archistart di Lecce, alla presenza dei membri consiglieri della Commissione presieduta dalla consigliera Mariacritina Visaggi, dell’assessore alle Opere Pubbliche Sante Lomurno e dello stesso primo cittadino.
L’intervento consiste nella realizzazione di un grande parco urbano con i relativi servizi connessi allo sport sull’area attualmente occupata dallo Stadio “XXI Settembre – Franco Salerno”, per un’estensione complessiva pari a 31800 mq.
Nell Città dei Sassi si è subito scatenata una polemica sulla questione: «La procedura adottata dall’amministrazione Bennardi su questo progetto – afferma l’architetto Giovanni Martemucci, consigliere dell’Ordine degli Architetti di Matera – esclude ancora una volta il confronto preliminare con i cittadini e gli Ordini professionali. Sul progetto congelo il giudizio poiché non è stato presentato compiutamente, se si escludono quei pochi disegni pubblicati su Facebook. Anche se, per 26mila euro, assegnati senza bando ad uno studio di Lecce, mi sarei aspettato delle tavole più curate per quanto riguarda l’inserimento fotografico del progetto nel contesto di via Annunziatella».
Per Martemucci il problema è il metodo che non è partecipativo: «Non si può affidare con una determina dirigenziale la progettazione di una vasta area della città con forti valenze sociali, senza aver avviato un dibattito preliminare. Quando si parla di interventi chiave come questo, la strada del concorso di progettazione è la via maestra. Solo così si può scegliere l’intervento più funzionale ed architettonicamente più valido».
Da qui l’auspicio dell’architetto materano: «Mi auguro che ora, per il Parco del Campo, venga indetto un concorso di progettazione che coinvolga una platea di architetti di livello internazionale, uscendo dalle logiche politiche degli affidamenti diretti in favore della qualità architettonica».
Sta di fatto, che dopo tanti anni di attesa, si parla in maniera concreta anche di alcuni interventi sullo stadio. Ne riconosce il merito Nicola Salerno, appassionato di storia calcistica locale: «Innanzitutto valuto molto positivamente che il progetto stia andando avanti nel rispetto di quanto a suo tempo fu stabilito, grazie anche alle pressioni dell’opinione pubblica che si oppose alla demolizione dello stadio e al suo trasferimento in altro loco. Sarà importante conoscere i dettagli nella presentazione pubblica che ha annunciato il sindaco, così come sarà importante conoscere la tempistica e la soluzione temporanea durante i lavori. In particolare verrà utilizzato il campo di La Martella nel frattempo omologato per la serie D?». Per l’esperto sportivo l’area e lo stadio stesso hanno bisogno di questa riqualificazione che «renda tutto moderno e funzionale, pertanto ben venga questa che forse possiamo considerare, insieme alla riqualificazione di piazza della Visitazione, la maggiore tra le grandi opere previste per la nostra città».
Per Salerno solamente una nota a margine relativa ai fini storici. «Tra le immagini presentate vedo una ristrutturazione e una rinnovata funzione dell’ormai in disuso ingresso monumentale; la cosa mi pare oltremodo lodevole, mi limito a un solo appunto nel leggere il vecchio nome “Campo sportivo Luigi Razza”. Detto che lo stadio, sin dell’immediato dopoguerra, ha preso il nome di XXI settembre per ricordare le vittime dell’eccidio nazista, se proprio vogliamo ripristinare su quella facciata il nome originario della struttura, quello in voga sin dalla sua inaugurazione avvenuta nel gennaio 1934 era “Campo degli sports”, nome che peraltro rende perfettamente l’idea di un’area cittadina adibita a diverse discipline sportive, come lo è stata a lungo». In alternativa, come avviene altrove, sia pure nel ripristino della facciata originaria, Salerno suggerisce di scrivere il nome attuale dello stadio per evitare confusione. «Nome che peraltro è stato dato quasi 80 anni fa, quindi ci può stare benissimo su un ingresso monumentale», ha specificato ancora.
L’ambientalista Pio Abiusi nutre fiducia verso l’opera che sembra «adeguata ad una città di 60 mila abitanti perché, a mio avviso, di questo dobbiamo parlare senza divagare. È un revamping che valorizza la struttura nel contesto urbano senza consumare ulteriormente suolo anche perchè l’area in cui è insediato il campo non è soffocata sia dalla parte monumentale con l’ingresso principale, sia nella parte posteriore». A detta di Abiusi «con le tecnologie moderne, inoltre, gli stadi per un elevata ricettività non servono più. Ecco il motivo per cui il termine opportuno è revamping». L’augurio è che si porti l’operazione al completamento entro i termini stabili dal Pnrr. «Auspico, sinceramente, che non venga perso tempo, in quanto quattro anni passano rapidamente. Malgrado quanto possa sembrare, questi giovani amministratori sono responsabili, ma spero abbiano dei collaboratori adeguati per una sfida di tale calibro. Il punto che scotta sarà la metro-ferrotranvia di 37 miilioni di euro che fanno gola. Possiamo fare anche il “monumento” perchè ci sono i soldi, ma poi chi stanzia quelli per l’esercizio?», ha affermato.
L’ex consigliere comunale Uccio Di Lena ha dichiarato che «l’idea di realizzare un polo sportivo è sempre stato un successo e, quindi, indubbiamente porterà dei vantaggi. Ovviamente in attesa della conferenza stampa, mi auguro che il progetto tenga insieme tante caratteristiche, come funzionalità, aspetto architettonico, innovazione tecnologica e contenimento energetico. Speriamo che possa essere autosufficiente dal punto di vista energetico perchè queste strutture spesso rimangono cattedrali nel deserto a causa degli importanti costi di gestione». Data l’esperienza politica, l’architetto Di Lena si rivolge all’amministrazione comunale: «L’importante è che sia un punto iniziale di rigenerazione urbana e non il punto finale, altrimenti non porterà vantaggi concreti alla comunità. Bisogna sistemare tutto il contorno del parco per evitare una piazza della Visitazione bis. Sarà una costruzione che includerà diversi anni di lavoro, pertanto, il consiglio è di non “politicizzare” il progetto, ma pensare esclusivamente al bene della comunità materana», ha poi terminato.