Otto anni fa, alle ore 17:00, il Ministro Dario Franceschini, nella sala Spadolini del Ministero dei Beni Culturali, a seguito della valutazione della giuria di esperti internazionali, proclamò Matera capitale europea della cultura 2019. Ancora suggestive le immagini per la comunità materana dell’esplosione di gioia avvenuta in una gremita Piazza San Giovanni che aspettava trepidante il verdetto finale.
L’anno da Capitale Europea della Cultura è stato un successo per la Fondazione Matera Basilicata 2019 con un programma di alto livello che ha catturato la curiosità da ogni angolo del mondo. Poi, però, la pandemia, ma soprattutto la politica ha bloccato la crescita internazionale del sistema. A distanza di anni i project leader che hanno contributo alla programmazione degli eventi attendono un segnale di ripartenza dalla Fondazione, ma nel frattempo lottano per trovare delle soluzioni al momento di impasse: «Matera 2019 ci ha consentito di lavorare concretamente con maestranze nazionali ed internazionali molto qualificate grazie a un importante budget messo a disposizione. Abbiamo avuto l’opportunità di fare finalmente rete tra le realtà culturali», ha dichiarato Luciana Paolicelli del Teatro dei Sassi. L’artista materana si è poi soffermata sulla legacy: «Nonostante la pandemia abbia arrestato il percorso, sono felice di annunciare la riapertura de “La secretissima camera de lo core” a dicembre 2022. Questo è un esempio di legacy possibile e praticabile, grazie alla collaborazione con il Comune di Matera», ha aggiunto.
Dello stesso avviso il “collega” Francesco Ruggieri, project manager di Murgiamadre: «Ad oggi manca quella capacità di investimenti che ci ha permesso di realizzare le nostre idee. Quel supporto pubblico non c’è e chiaramente ne risentiamo tutti». Da qui l’appunto verso «la politica locale che non ha messo nelle giuste condizioni la Fondazione di continuare il proprio lavoro». L’auspicio, dunque, è che «la Fondazione possa essere rifornita di risorse umane ed economiche», ha specificato Ruggieri.
La speranza di ripartire non sembra svanita per gli addetti ai lavori, forti dell’ottimo lavoro svolto per il 2019: «Abbiamo provato a sollecitare una “rivoluzione culturale dello sport e delle arti di strada”. Lo sport e le arti urbane si sono fuse per animare e trasformare gli spazi cittadini, allargando la visione della città oltre il centro storico. È questo lo spirito che ha guidato Open Playful Space e il messaggio che ha lasciato in eredità alla comunità», ha concluso Michele Di Gioia, presidente di Uisp Basilicata.
Gli attuali soci della Fondazione stanno lavorando all’aggiornamento dello statuto per una definitiva riorganizzazione. In particolare si stanno perfezionando due punti, mission e durata.