Matera ha le sue realtà a misura di bambino, spesso grazie ad adulti e professionisti che proprio sul rispetto dei più piccoli ha deciso di mobilitarsi. Tra le più note in città, sicuramente c’è la realtà di “Mom – Mamme Materane all’Opera”: nato come gruppo facebook, ben presto è diventata un’associazione che ha accolto molto di ciò che ruota attorno ai bambini tra spettacoli teatrali, laboratori e giornate informative. A parlarne è Ilenia Amati, pedagogista che in occasione della Giornata mondiale dei diritti dei bambini traccia una panoramica su quelle che sono le realtà della città di Matera orientate al rispetto dei più piccoli. «Ci sono tante attività in città ce si prendono cura dei bambini meno fortunati. Matera è ricca di case famiglia che accolgono i bambini allontanati dai servizi sociali o affidati dal tribunale dei minori. È una delle città che ha, rispetto al numero di abitanti, un gran numero di case famiglia», dichiara la dottoressa Amati.
A queste, si affiancano un gran numero di centri ludici e diurni, ai quali si appoggiano i servizi sociali per garantire il diritto all’istruzione, al gioco rispetto a famiglie che non possono permettersi magari la retta del doposcuola. «Durante tutto l’anno ci sono poi le iniziative di “Nati per leggere”, per il diritto alla relazione che passa attraverso la lettura ai bambini già quando sono ancora nella pancia, ed è una realtà molto amata a Matera. Proprio in questi giorni è partita la settimana di promozione della lettura, per favorire la relazione tra adulto e bambino», prosegue Amati. Ma in città spesso si pone la questione degli spazi di cui poter fruire per iniziative di questo tipo: «La situazione dei parchi della città dipende dai momenti. A volte sono particolarmente curati, altre versano nel degrado. Ci vorrebbe un’attenzione maggiore, gli spazi verdi della città potrebbero essere curati meglio. Spesso i giochi nei parchi sono rotti, arrugginiti, pericolosi. In parco dei quattro evangelisti, il più frequentato in città, ha avuto momenti in cui è stato davvero tenuto con cura, ma a volte vive e ha vissuto momenti in stato di abbandono. Andrebbero rivisti e tenuti meglio, tanto da parte delle istituzioni tanto da chi ne usufruisce». Di fianco a quelli sanciti dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, la dottoressa Amati ricorda quelli che Gianfranco Zavalloni nel suo manifesto della sua scuola creativa chiamava i diritti naturali di bimbi e bimbe: «Come genitori, famiglie, scuola, come adulti in generale, dovremmo tutelare e orientare i bambini a sperimentarli, in modo tale da crescere dei bambini che da adulti possano diventare in grado di percepire le sfumature a tutti i livelli».