La stella di Vitantonio Lombardo rinnova la sua luce anche quest’anno. La guida Michelin ha infatti rinnovato il prestigioso riconoscimento al Vitantonio Lombardo Ristorante per il secondo anno, la prima stella per la città dei Sassi. Una riconferma che per lo chef «potrebbe sembrare scontata per molti, ma è come prenderla per la prima volta». Da un anno all’altro, tra ispezioni in incognito e sfide quotidiane: «Per noi significa ogni volta mettersi in gioco. È un punto di partenza, mai di arrivo». Per lo chef lucano, già stella Michelin in Campania con la sua Locanda Severino a Caggiano, in provincia di Salerno, «la riconferma è una grandissima soddisfazione, un grande privilegio e una grande responsabilità. Tutte le persone che si avvicinano alla nostra tavola hanno grandi aspettative, ed è importante non deluderle. Avere una stella significa rappresentare un territorio del quale siamo orgogliosi di essere in questo momento gli stellati, e dover essere l’immagine di questo luogo fantastico che non è secondo a nessuno». Quando ha deciso di lasciare la sua Locanda in Campania, una stella Michelin, Lombardo era consapevole che avrebbe dovuto rinunciare al riconoscimento e di trovarsi davanti una strada in salita: «Quando ho ridato indietro la stella, la mia sfida non era quella di portarne qui una conquistata in Campania. Il mio desiderio era tornare nella mia terra e conquistare la mia stella, che all’epoca non c’era più. Il caso ha voluto che sia stata la prima storica per questa bellissima città che è Matera. Un rischio, ma soprattutto una sfida con me stesso. Un sogno che si è realizzato». La location, il menù e il servizio sono tra gli elementi valutati con maggiore attenzione dagli ispettori Michelin; ma il vero asso nella manica, per Lombardo, è il team che lavora insieme a lui: «Un risultato del genere si ottene solamente se con te hai una squadra che entra nella tua filosofia e tutti i giorni ti accompagna nel tuo progetto. Passi con loro più ore che con la tua famiglia, diventa la tua seconda casa. Non sono semplici esecutori, ma il valore aggiunto». Territorio e sperimentazione nell’arte culinaria di Lombardo si mescolano e, proprio come Matera, la sua cucina parte dall’identità del luogo per aprirsi al mondo: «È un modo per parlare di noi, della nostra, terra, di quello che respiriamo, viviamo, mangiamo. La mia cucina è la Basilicata».
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Di Flavia Di Maio24 Novembre 2024