Il famoso “modello Matera” è stato un fallimento. Ne parliamo oggi dopo circa due anni e mezzo di amministrazione Bennardi e con un nuovo rimpasto pronto ad essere annunciato. Nel 2020 l’attuale primo cittadino si candida a sindaco di Matera alle elezioni comunali, mettendosi a capo di una coalizione formata da Movimento 5 Stelle, Volt Europa, PSI, Europa Verde e la lista civica “Matera 3.0”. Alle amministrative, dopo aver ottenuto al primo turno il 27,57% dei voti, accede al ballottaggio con il candidato del centro-destra Rocco Sassone, dove il 4 e 5 ottobre ottiene il 67,54% dei voti e viene eletto sindaco della città dei Sassi. Da quel momento, nelle varie interviste, il massimo esponente della Giunta materana ha sempre vantato il “modello Matera”, definendo l’esperienza locale come «un laboratorio politico di ispirazione per altri territori», dal momento che «abbiamo dimostrato che, con il dialogo prudente e selettivo, parlando cioè con alcuni e dicendo no ad altri, ci si può aprire senza apparentamenti alla cieca». Era il 2020 e oggi, a distanza di soli poco più di due anni, cosa rimane di quel modello? Il poco, se non il nulla. Volt e “Matera 3.0” sono passati all’opposizione, mentre Bennardi ha addirittura accolto in squadra il consigliere comunale Francesco Lisurici, consigliere eletto con il partito della Lega. Nel mezzo cambio di assessori e rimpasti, con un lungo periodo dove a tenere a galla l’intera maggioranza è bastato il voto, per intenderci, della consigliera di maggioranza, Tiziana De Palo, moglie dell’attuale sindaco. Il “cambiamento” annunciato dai palchi della compagna elettorale è stato “gattopardiano”: doveva rappresentare una coalizione nata per fermare una destra a trazione leghista (“Matera non si lega” fu il claim principale della campagna elettorale) e, invece, ha contato disperatamente su un “leghista” per mantenere quel filo (sempre più sottile) che “lega” alle poltrone del Municipio. Un modello che non è vincente e che non ha fatto altro che ripiegare su quella “vecchia politica” che tutti hanno voluto “combattere”.