Un’amministrazione comunale, quella guidata dal sindaco Domenico Bennardi, che manca di prospettiva e di visione. È la posizione del segretario cittadino del Partito Democratico di Matera, Luigi Gravela, che si domanda: «Perché non c’è apertura sul destino della città? Questa amministrazione non può chiudere Matera in un periodo di nichilismo».
Un’assenza di dialogo che, per il PD materano, ha tutto l’aspetto di una vera e propria chiusura che preclude una visione per la città dei Sassi. «Da tempo il gruppo consiliare del Partito Democratico di Matera chiede a questa amministrazione comunale di mettere in campo tutte le iniziative necessarie per poter iniziare a dialogare con la città – aggiunge Gravela – con le forze politiche, con le forze sociali e imprenditoriali del Piano Strategico della città. A nostro avviso è fondamentale coinvolgere le altre forze politiche e sociali per ricevere un contributo indispensabile ai fini del lavoro di redazione che dovranno predisporre i professionisti sul nuovo piano strutturale. È necessario – continua – dopo la pandemia e con una guerra in atto in Europa, capire quali sono le ambizioni della città, magari partendo da quanto di buono è stato costruito a Matera negli ultimi 10 anni. Nessuno può imporre la propria visione della città in maniera così subdola».
Per rimettere il dialogo al centro intorno al futuro della comunità, Gravela sottolinea come ci sia «il bisogno di confrontarci e di trovare momenti di discussione», con l’obiettivo di «arrivare a ideare il nuovo strumento urbanistico, da intendere come un’opportunità per ridisegnare la città e non come semplici aree da costruire o da deturpare». A tal proposito, il Pd materano si mette «a disposizione della gente che vuole continuare a confrontarsi, anche in maniera accesa, ma sempre per il bene della città. Vogliamo continuare ad avere un sogno e una visione per Matera, lavorando sulle esigenze dei cittadini e non degli amministratori, o peggio ancora di una parte degli amministratori che affida questo sogno a dei professionisti esterni».
Gravela torna dunque sul congresso, che sostiene sarà punto di svolta per aprire in città un «laboratorio che parta dalle cose rimaste in sospeso». Sì partirà dalle esigenze segnalate da operatori turistici, operatori sanitari, famiglie e cittadini che, conclude il segretario, «saremo sempre pronti ad ascoltare. Noi non ci rassegniamo al silenzio e al nichilismo in cui vogliono portare la città», conclude Gravela.