Giuseppe Stasi (Cia Matera): «Evitare l’aumento dei canoni consortili alle aziende agricole»

«La Giunta Regionale intervenga con contributi economici adeguati nei confronti del consorzio per sostenere l’aumento dei costi energetici e ordinari che l’Ente consortile sta sostenendo». È questa la richiesta avanzata da Giuseppe Stasi, presidente Cia-Agricoltori Matera, dopo l’arrivo di cartelle di pagamento relativo ai canoni delle annate 2020-2021-2022 da parte del consorzio di bonifica.

Il numero uno della Cia di Matera ha spiegato che l’invio è dovuto alla sospensione delle notificazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. «La sospensione è dovuta al periodo pandemico per cercare di non appesantire le imprese agricole in un momento già devastante per le stesse», ha aggiunto.

Per il presidente ora la responsabilità non è da addebitare al consorzio di bonifica, in quanto «ha la necessità di incassare quelle somme per la propria sopravvivenza e per continuare a garantire un servizio adeguato alle imprese agricole».

Stasi sperava in un intervento più incisivo da parte del Governo per «alleggerire le cartelle e non solo congelarle per poi farle recapitare in contemporanea alle imprese, con l’impossibilità, anche se rateizzabili, di non riuscire a far fronte alle stesse». Il lucano ha evidenziato che il caro-energia ha ormai raggiunto livelli insopportabili con «migliaia di aziende che rischiano di chiudere perché non sono più in grado di sostenere nuovi aumenti anche dei costi di materie prime indispensabili. E se all’energia si aggiunge l’acqua la situazione per gli imprenditori agricoli diventa sempre più ingestibile».

A detta del presidente Cia-Agricoltori Matera si deve in ogni caso «evitare l’aumento dei canoni consortili alle aziende agricole. Dove ciò non dovesse avvenire, considerando la concentrazione delle cartelle e il periodo difficile per le imprese agricole, il costo dell’acqua per gli agricoltori sarebbe insostenibile economicamente. E in una regione ricca di risorsa idrica come la nostra e dove l’economia agricola e prevalente sarebbe davvero una beffa», ha poi concluso.

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