Dopo 37 anni, la famiglia di Luca Orioli chiede di riaprire le indagini sulla morte del giovane e della sua fidanzata Marirosa Andreatta, ritrovati senza vita nel 1988 a Policoro, in provincia di Matera.
I legali della famiglia, per conto della madre di Luca, hanno presentato un’istanza per chiedere alla Procura generale di Potenza di avocare a sé il caso, dopo i ripetuti dinieghi della Procura di Matera.
Secondo l’avvocato Antonio Fiumefreddo, la richiesta si basa su «oltre tre decenni di silenzi istituzionali, perizie manipolate, testimonianze mai escusse, intercettazioni ignorate e incongruenze investigative mai risolte». I decessi, inizialmente trattati come un incidente, sarebbero, per la famiglia, un duplice omicidio.
Tra gli atti istruttori ritenuti omessi o non adeguatamente svolti figurano l’acquisizione dei tabulati telefonici del 1988, l’escussione di 28 testimoni chiave, la riesumazione dei corpi con moderne tecnologie e una perizia comparativa per accertare eventuali manomissioni sulla scena del crimine.
Viene citata anche «l’analisi del contesto e delle responsabilità legate al falso in perizia Valecce», archiviata per decorrenza dei termini.
La madre di Luca, Olimpia Fuina, ha ribadito la necessità di far luce sulla vicenda, affermando che «le omissioni, i depistaggi e i silenzi non possono essere l’ultima parola sulla morte di due giovani». La Procura generale di Potenza dovrà ora valutare l’istanza alla luce delle «gravi lacune» rilevate nell’operato della procura di Matera e delle risultanze scientifiche che, già nel 1994, avevano accertato la morte violenta dei ragazzi.