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Cineteatro “Duni”, i consiglieri Doria e Casino: «La frittata è fatta, ora si cerchi l’intesa tra le parti»

Nuovo colpo di scena per la vicenda del cine-teatro “Duni”, per la quale il 26 agosto scorso il Comune di Matera aveva già annunciato il progetto di recupero dell’immobile dopo averne acquisito la proprietà. Nelle scorse ore il Tribunale di Matera ha condannato il Comune, ordinando di «consegnare immediatamente alla Navona srl le chiavi di…

Nuovo colpo di scena per la vicenda del cine-teatro “Duni”, per la quale il 26 agosto scorso il Comune di Matera aveva già annunciato il progetto di recupero dell’immobile dopo averne acquisito la proprietà. Nelle scorse ore il Tribunale di Matera ha condannato il Comune, ordinando di «consegnare immediatamente alla Navona srl le chiavi di apertura dell’immobile in Matera alla via Roma 10», ovvero il cine-teatro Duni.

«Cine-Teatro Duni, ormai la frittata è fatta», è stato il commento dei consiglieri comunali Pasquale Doria e Nicola Casino, secondo cui, a questo punto, il muro contro muro non ha senso. «Si pensi piuttosto all’interesse superiore della città, privata ormai da anni del luogo più nobile dedicato al mondo dello spettacolo. Questa “mutilazione” non può protrarsi all’infinito». L’invito, sereno e di carattere costruttivo, è chiaro: «Si trovi un accordo bonario tra le parti, una soluzione per non fermare un processo di riqualificazione in atto. Urge un punto d’incontro specialmente per procedere alla doverosa restituzione di un tempio della cultura materana reso muto, nonostante l’acclarata qualità architettonica e sulla quale nulla altro bisogna aggiungere che non sia già da tempo noto».

Per i consiglieri di opposizione è il caso «di pagare quello che c’è da pagare e di andare avanti», dal momento che «la comunità non può permettersi il lusso di perdere anche questo treno». Da qui il suggerimento di cercare una rapida conciliazione tra le parti per non rimandare ulteriormente la cantierizzazione delle opere e, soprattutto, per evitare eventuali pericolose ed onerose derive vandaliche. «È il caso di lasciare a chi di competenza, poi, la ricerca di eventuali responsabilità. Si tratta di una fase successiva ma, nel frattempo, oltre al danno si potrebbe aggiungere il carico di non poco conto della beffa causata dalla perdita dei finanziamenti», hanno poi concluso.

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