Sono in stato di agitazione i medici di medicina generale di Matera, a causa del nuovo Accordo Integrativo Regionale (AIR) e il nuovo assetto della medicina del territorio, nella cui decisione da parte dell’Assessorato della Sanità non sono stati coinvolti.
«Ciò che occorre sottolineare è che il nuovo AIR sarebbe a costo zero per la Regione Basilicata – sottolinea Michele Campanaro, segretario provinciale della Federazione Italiana per i Medici di Medicina Generale (Fimmg) di Matera -; infatti il perno dell’accordo sono le Aft (Aggregazioni Funzionali Territoriali), attive 24 ore al giorno, che rappresentano il nuovo modello associazionistico dei medici di medicina generale».
Modelli che, illustra la Federazione, possono essere di due tipi: strutturato, con i medici che lavorano nella stessa struttura, e diffuso, che vede invece i medici lavorare nei propri studi, tuttavia garantendo su turni l’apertura sulle 24 ore della sede centrale di riferimento grazie a strumenti come la medicina in rete e uno studio comune di riferimento in cui ruotano su turni medici di famiglia e medici di continuità assistenziale.
«Immaginando che ogni Aft debba rivolgersi mediamente ad un bacino di 10mila abitanti ( quindi circa 50 in tutta la regione ), sarebbero necessari complessivamente per tutto il territorio regionale 500 medici di Assistenza Primaria (circa gli attuali, con rapporto ottimale 1/1000), 200 medici di Continuità Assistenziale (a fronte degli attuali 240), personale di segreteria e personale infermieristico», sottolinea la Fimmg di Matera, che aggiunge: «Le risorse che si libererebbero dalla riduzione della Continuità Assistenziale, circa 10 milioni di euro all’anno, servirebbero a dare a tutti i medici delle Aft le indennità di segreteria e infermieristiche».
Inoltre, dotando le Aggregazioni Funzionali Territoriali di macchinari come elettrocardiografo, spirometro, holter pressorio ed ecografo, da gestirsi in collaborazione con il personale infermieristico, si consentirebbe loro di svolgere anche attività di monitoraggio dei pazienti ipertesi, diabetici, medicazioni e altre operazioni infermieristiche.
«È facile immaginare il ritorno in termini di minor accesso a Pronto Soccorso e visite specialistiche non essenziali (controllo diabetici, ipertesi, medicazioni o anche solo ad esempio visite otorino per lavaggi auricolari), oltre a evitare per i medici molte attività burocratiche e di stretta pertinenza infermieristica e dedicare più tempo alla attività clinica, soprattutto nei paesi più lontani dagli Ospedali», prosegue Campanaro, che riporta a titolo di esempio virtuoso la realtà del Polo Medico “Unimed” di Matera, gestito da dieci Medici di Famiglia e due pediatri in forma cooperativistica ed effettua attività di questo genere garantendo un’assistenza continuativa dalle ore 8 alle 20 e la presenza di almeno un medico, affiancato da personale infermieristico e di segreteria ed eroga gratuitamente ai pazienti servizi che consentirebbero di monitorare le proprie condizioni senza rivolgersi ai Pronto Soccorso.