Un’imprenditrice israeliana residente a Lecce, Orit Sara Lev, 54 anni, ha denunciato un’ondata di «odio antisemita» e minacce, anche di morte, a seguito di un post sui social in cui promuoveva investimenti in Salento. Secondo il suo legale, l’avvocato Carlo Gervasi, la situazione sarebbe nata da un’errata traduzione e interpretazione di una frase in ebraico.
La frase “Israeli Colony in Salento”, spiega l’avvocato, sarebbe stata tradotta letteralmente dall’ebraico all’inglese. La parola “colony” è stata intesa in senso negativo, legata al concetto di dominio coloniale, mentre l’intento dell’imprenditrice era semplicemente quello di invitare a investire, aprendo «attività commerciali, alberghi e ristoranti in una terra accogliente».
Il post, pubblicato alcuni giorni fa sulle pagine social della sua società immobiliare Coral 37, ha scatenato una serie di commenti ostili che hanno portato a minacce dirette alla sicurezza fisica della donna e dei suoi collaboratori. «La padrona della casa dove abito ha persino manifestato dubbi nel continuare ad affittarmi l’appartamento, temendo di essere percepita come sostenitrice del mio presunto progetto coloniale», ha dichiarato la donna nella denuncia.
L’imprenditrice ha deciso di portare il caso in Tribunale a Lecce, segnalando anche articoli di stampa che, a suo dire, avrebbero contribuito a diffondere l’equivoco. Le ripercussioni sono state immediate e gravi: i suoi collaboratori hanno interrotto i rapporti, e i clienti e potenziali acquirenti si sono allontanati. «Oggi a causa di quello che sta accadendo la mia attività professionale è sospesa, con gravi ripercussioni economiche», ha concluso.