Il Tar di Lecce ha respinto la richiesta di sospensiva presentata dalla società La Fenice S.r.l. contro le decisioni del Comune di Veglie che, nelle scorse settimane, aveva revocato la gara per il servizio di refezione scolastica, affidandolo in via diretta alla Ladisa S.r.l. Con un decreto monocratico, il presidente della seconda sezione, Ettore Manca, ha ritenuto insussistenti i presupposti per bloccare in via d’urgenza i provvedimenti dell’amministrazione, rinviando tutto alla camera di consiglio del prossimo 6 ottobre, quando il collegio entrerà nel merito della richiesta cautelare.
La vicenda
Tutto nasce dall’inchiesta della guardia di finanza che ha travolto La Fenice, accusata di aver fornito olio non conforme nelle mense scolastiche e per gli anziani. Su 38 Comuni del leccese coinvolti, solo Taurisano e Corigliano d’Otranto hanno mantenuto il servizio con la ditta, tra le proteste di famiglie e genitori. Tutti gli altri hanno scelto di risolvere consensualmente i contratti o di non procedere a proroghe. A Veglie, dove la gara era stata avviata con tre partecipanti, due aziende si erano ritirate lasciando di fatto la Fenice come unica opzione: da qui la scelta della giunta di revocare tutto, evitando così un nuovo affidamento alla società sotto inchiesta. La Fenice si è rivolta al Tar contestando tre provvedimenti: la determinazione del 4 agosto che revocava la gara, la delibera di giunta del 1° agosto che annullava il precedente affidamento e la determinazione del 16 settembre con cui il servizio è stato assegnato a Ladisa. La società ha chiesto di subentrare oppure, in subordine, la riedizione della gara. Tutte richieste respinte in questa fase.
Il caso Taurisano
Dopo il comunicato diffuso dalla società per rassicurare l’opinione pubblica, i genitori riuniti nella class action hanno ribadito la volontà di non arretrare, chiedendo soluzioni alternative: dall’affidamento temporaneo a un’altra ditta alla possibilità di far consumare ai bambini il pranzo a sacco o di portarli a casa per l’ora di mensa. Sul tema è intervenuta pubblicamente l’assessora Valeria Carolì, che in una lettera aperta al sindaco ha chiesto di riconsiderare la posizione assunta dall’amministrazione. «Non è un attacco politico – scrive – ma un atto di responsabilità verso la collettività. Abbiamo ancora la possibilità di rasserenare le famiglie e salvaguardare la fiducia di una comunità che lo richiede. Cambiare idea non è debolezza, ma coraggio».