“Questo posto è riservato a Ilaria Sula, uccisa per femminicidio“. Ma l’ultima parola viene cancellata.
È accaduto in un’aula dello Studium 6 dell’Università del Salento dove un posto era stato simbolicamente riservato alla 22enne il cui cadavere fu trovato in una valigia in fondo a un dirupo nelle campagne vicino Roma. La giovane era scomparsa qualche giorno prima e per l’omicidio è stato arrestato il suo ex.
All’Università del Salento, dunque, le avevano riservato un posto perché, si legge ancora sul biglietto attaccato alla sedia “oggi sarebbe dovuta essere a lezione anche lei“.
Qualcuno, però, ha deciso di cancellare la parola “femminicidio”.
Il fatto è stato denunciato e condannato in un post su Facebook dal Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università del Salento che «esprime sconcerto e ferma disapprovazione per i gravi fatti occorsi in mattinata presso un’aula dello Studium 6».
Nel post si parla di «un gesto che offende la memoria di Ilaria Sula e di tutte le vittime di violenza» e che «contrasta profondamente con i valori di rispetto, inclusione e responsabilità civile che ispirano quotidianamente le nostre attività di ricerca, didattica e terza missione».
Dal Dipartimento ricordano che «la lotta contro ogni forma di violenza di genere è per noi un impegno concreto, non solo teorico, e il Dipartimento, per il tramite di tutte le sue componenti, continuerà a promuovere consapevolezza e responsabilità attraverso iniziative, studi e spazi di confronto». Il Disus, conclude il post, «rinnova il proprio impegno nella difesa dei diritti fondamentali e nella costruzione di una comunità universitaria sempre più attenta, solidale e libera da ogni forma di discriminazione».