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Twiga, Poli Bortone a Briatore: «La Puglia non è tutta uguale, venga a Lecce e collaboriamo al porto turistico»

«Mi viene da dire subito: “Briatore, vieni a Lecce“», è l’invito che la sindaca del capoluogo salentino, Adriana Poli Bortone, rivolge all’imprenditore che ieri – commentando la recente chiusura del processo sulla realizzazione del Twiga a Otranto con tre assoluzioni – ha parlato di «malagiustizia» e di una Puglia che gli avrebbe sempre messo «i bastoni tra le ruote».

Poli Bortone, in una lettera, invita Briatore a collaborare al progetto per la realizzazione di un porto turistico, purché ammetta che «la Puglia non è tutta uguale».

La prima cittadina di Lecce afferma di condividere «in tutto le riflessioni di Flavio Briatore, tranne che per un aspetto: la Puglia non è tutta uguale. Se ammette questo – prosegue – siamo pronti a ricucire subito il rapporto con l’imprenditore. Da noi c’è spazio per l’impresa e per le occasioni che possono scaturire da un patto di collaborazione, anche attraverso una progettualità partecipata».

Lecce, aggiunge Poli Bortone, «è ora impegnata nel progetto di realizzazione di un porto turistico a San Cataldo e se Briatore volesse collaborare con noi alla sua realizzazione lo accoglieremo con grande favore, dimostrando che c’è una Puglia che vuole e può crescere, come sta dimostrando in tanti settori dell’impresa, una Puglia che non respinge ma accoglie, soprattutto quanti possono aiutarla a migliorare».

Per la sindaca del capoluogo salentino «l’epilogo processuale della vicenda del Twiga, con l’assoluzione in appello degli imprenditori, conferma quell’esito positivo di cui ero convinta sin dall’inizio. Un esito che induce ad una riflessione attenta sulla necessità di maggiore equilibrio nel rapporto tra l’iniziativa privata e l’azione di controllo esercitato dalle istituzioni».

Briatore, in un video sui social, aveva ricordato che «otto anni fa ci hanno bloccato i lavori, hanno accusato di qualunque cosa tre degli investitori del Twiga, noi siamo stati costretti a revocare il brand. In questi otto anni abbiamo perso la possibilità di avere un Twiga a Otranto» e il «Twiga dà lavoro a tantissime persone meno che in Puglia».

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