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Truffe coi bonus edilizi e incendi nel Sud Salento, chiusa l’inchiesta: sono 21 gli indagati

Arriva al capolinea, con l’avviso di conclusione delle indagini notificato a 22 persone, l’inchiesta nata da una costola dell’operazione “Easy bonus” del febbraio del 2024, che nei mesi scorsi è sfociata nella richiesta di rinvio a giudizio per 75 imputati. Durante le indagini le forze dell’ordine documentarono due incendi notturni a distanza di tre giorni…
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Arriva al capolinea, con l’avviso di conclusione delle indagini notificato a 22 persone, l’inchiesta nata da una costola dell’operazione “Easy bonus” del febbraio del 2024, che nei mesi scorsi è sfociata nella richiesta di rinvio a giudizio per 75 imputati. Durante le indagini le forze dell’ordine documentarono due incendi notturni a distanza di tre giorni l’uno dall’altro. Non si trattò di una fatalità, né tantomeno di cortocircuiti: quelle fiamme avevano un messaggio preciso, inequivocabile. Un messaggio intimidatorio, frutto di un regolamento di conti legato a un sistema costruito sulle truffe ai danni dello Stato, sfruttando la stagione d’oro dei bonus edilizi.

Gli episodi

A finire nel mirino è la stessa abitazione, andata completamente distrutta dalle fiamme. Per la procura, ad ordinare l’incendio sarebbe stato Orazio Preite, 41 anni, di Taurisano, già noto alle forze dell’ordine. Alla base del gesto una somma di 150mila euro che, a suo dire, gli spettava di diritto come quota dei proventi illeciti derivanti dalle pratiche edilizie. Il destinatario dell’intimidazione, proprietario dell’abitazione, non avrebbe ceduto subito, ma dieci giorni dopo gli incendi. Preite, tramite un intermediario, sarebbe riuscito poi a ottenere l’intera somma. Il fuoco, ancora una volta, come mezzo di persuasione. Un copione simile, sempre secondo l’accusa, si sarebbe ripetuto mesi dopo. Il 2 dicembre del 2022 toccò ad un’altra vittima: la sua villetta e due auto vennero incendiate a Casarano. Anche in questo caso, la matrice sarebbe estorsiva. Per chiedere 100mila euro, frutto di un altro “giro” di crediti d’imposta legati a lavori edili mai realizzati.

L’inchiesta

A firmare l’avviso di conclusione delle indagini è la sostituta procuratrice Simona Rizzo. Sotto la copertura dei bonus statali, pensati per rilanciare l’edilizia e combattere l’evasione, si sarebbe sviluppata una rete criminale capace di muovere milioni di euro con operazioni fraudolente, riciclaggio, autoriciclaggio, intimidazioni e minacce.

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