Torna ad accendersi il dibattito sul servizio mensa scolastica. Da ieri è partita ufficialmente la petizione popolare promossa dal Comitato Genitori «G.C. Vanini» per chiedere la rescissione del contratto con la società La Fenice, attuale gestore del servizio di refezione nelle scuole comunali. L’iniziativa arriva dopo settimane di lamentele e segnalazioni da parte delle famiglie, insoddisfatte per la qualità dei pasti e per alcune criticità organizzative. Ma non solo: nei mesi scorsi a Taurisano il tema mensa aveva già generato sit-in di protesta davanti al municipio e momenti di forte tensione tra genitori e amministrazione, a testimonianza di un malessere mai del tutto sopito. Dalla parte delle famiglie si è schierata anche l’oramai ex assessora Valeria Carolí che ha lasciato i banchi della maggioranza per passare all’opposizione.
La protesta
Oggi quel malcontento torna a emergere con forza, trasformandosi in un’azione strutturata. Il comitato ha fissato come obiettivo 500 firme per chiedere al Comune di interrompere il rapporto con l’attuale ditta, giudicato ormai «non più sostenibile». La raccolta firme è attiva presso il punto Cartanet, che ha dato disponibilità a ospitare l’iniziativa negli orari di apertura, e in due tappe pubbliche: venerdì 24 ottobre, dalle ore 9:00, nei pressi del mercato settimanale, e domenica 26 ottobre, in piazza Castello.
L’obiettivo
«Fare rete è importante» scrivono i promotori, sottolineando che non si tratta di una protesta isolata ma di una mobilitazione collettiva «a tutela dei bambini e della loro salute». Il nome de La Fenice, d’altra parte, non è nuovo alle cronache: la società è già finita sotto la lente della guardia di finanza nell’ambito di un’inchiesta che ha riguardato gli appalti per la refezione scolastica in diversi comuni del Salento, con accertamenti su presunte irregolarità nella gestione dei servizi e nei controlli di qualità. A Taurisano la fiducia sembra ormai incrinata. La petizione rappresenta ora un test importante per misurare la compattezza della comunità e la volontà dell’amministrazione di dare ascolto a un disagio diffuso.