Tap, la società che ha costruito il gasdotto che trasporta metano dall’Azerbaijan all’Italia e che approda a marina di San Foca, pagherà un ristoro di 6 milioni e 50mila euro al Comune di Melendugno. Il ristoro sarà versato in due tranche.
La Giunta comunale ha approvato oggi la delibera. In base all’accordo il Comune ritirerà la costituzione di parte civile nel processo a carico dei vertici di Tap, che andrà a sentenza lunedì 12 maggio. La transazione non comporterà la rinuncia ai benefici compensativi restando impregiudicato il diritto da parte del Comune a beneficiare di eventuali future misure di riequilibrio ambientale che la Regione Puglia dovesse destinare al territorio.
Al processo, in corso dinanzi al Tribunale di Lecce, la Procura ha chiesto otto condanne a carico di alcuni dei 18 imputati (oltre alla società) accusati, a vario titolo, di deturpamento di bellezze naturali, danneggiamento, violazione del testo unico in materia edilizia, inquinamento ambientale.
Dei sette capi d’imputazione contestati (gran parte dei reati sono stati prescritti), le richieste di condanna, a tre anni di reclusione, riguardano solo il reato di inquinamento ambientale e sono state chieste per Michele Elia, ex country managr di Tap Italia; Gabriele Lanza, project manager di Tap; Luigi Romano, Adriano Dreussi, Piero Straccini e Luca Gentili, manager di Saipem (principale appaltatore dei lavori di costruzione del microtunnel); Yuri Picco e Aniello Fortunato, rispettivamente responsabile di commessa e direttore tecnico di cantiere della Icop, società incaricata di realizzare il pozzo di spinta.
A ognuno degli otto imputati è stato anche chiesto di pagare una multa di 66.667 euro.