Un’operazione della Guardia di finanza ha portato alla luce un presunto sistema di corruzione e frode negli appalti pubblici nel sud Salento, coinvolgendo imprenditori, funzionari pubblici e amministratori locali. Su ordine del gip Stefano Sala, nella mattinata di ieri sono finiti in carcere il sindaco di Ruffano, Antonio Rocco Cavallo; l’imprenditore Marco Castrignanò, ritenuto il dominus di svariate imprese a lui riconducibili e del sistema messo in campo per l’aggiudicazione illecita degli appalti; e l’ingegnere Maurizio Montagna, accusato in qualità di responsabile dei procedimenti di fornire a quest’ultimo informazioni su gare non ancora pubblicate.
In sette, invece, hanno ottenuto i domiciliari: Ernesto Toma, primo cittadino di Maglie; il suo vice e assessore con delega all’urbanistica, verde pubblico e arredo urbano, Marco Sticchi; il sindaco di Sanarica Salvatore Sales; Dario Andrea Strambaci che lo scorso gennaio si è dimesso dalla carica di assessore nel Comune di Sanarica. La stessa misura è stata applicata anche all’ingegnere Sergio Urso, al dipendente della Castrignanò Appalti Umberto Mangia, e al dipendente del Comune di Ruffano, presso l’ufficio tecnico, Daniele Boscarino.
Il sistema
Secondo quanto emerge dagli atti, il cuore dell’indagine ruota intorno alla Castrignanò Appalti Srl, società facente capo a Marco e Graziano Castrignanò, accusati di essere i promotori di un’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, alla turbativa d’asta e alla frode nelle pubbliche forniture. L’azienda, insieme ad altre imprese “di comodo” create ad hoc, avrebbe ottenuto illecitamente l’affidamento di lavori pubblici in vari comuni, tra cui Maglie, Sanarica e Ruffano.
Il modus operandi prevedeva la creazione di società fittizie, intestate formalmente a prestanome ma di fatto gestite dagli stessi imprenditori, che partecipavano alle gare pubbliche garantendo un’apparente concorrenza, salvo poi spartirsi i lavori e i profitti. Grazie alla complicità di amministratori pubblici e tecnici comunali, venivano assegnati punteggi favorevoli nelle gare e venivano garantiti affidamenti diretti senza la necessaria trasparenza e concorrenza.
Gli appalti truccati
L’inchiesta ha individuato una serie di appalti irregolari, per un valore complessivo di oltre due milioni di euro, che avrebbero subito manipolazioni per garantire vantaggi economici agli imprenditori coinvolti. Manutenzione del verde pubblico a Maglie, affidata ripetutamente senza gara trasparente e con la gestione di fatto da parte della Castrignanò Appalti.
Gli investigatori avrebbero riscontrato anche episodi di fatture false, attraverso le quali venivano richiesti pagamenti per lavori mai eseguiti o eseguiti in maniera difforme da quanto previsto nei contratti. A Sanarica i Castrignanò avrebbero garantito appoggio nella campagna elettorale del 2021 al candidato Sales, offrendo poi una cena dopo la vittoria. Mentre Cavallo avrebbe ricevuto somme di denaro e altra utilità connesse all’espletamento delle procedure ad evidenza pubblica.