Una porta si chiude, ma un portone (forse quello principale) potrebbe essersi appena spalancato. La serata di Sarà Sanremo, andata in scena ieri sera per decretare le Nuove Proposte del Festival 2026, ha riservato un finale agrodolce per la Puglia e per il suo rappresentante, Welo.
Il verdetto del campo è stato amaro: il rapper, originario della provincia di Lecce, ha perso la sfida diretta contro Angelica Bove. Il suo brano “Emigrato” non è bastato a superare “Mattone” della rivale, spegnendo – almeno sulla carta – il sogno di calcare il palco dell’Ariston in gara. Ma proprio quando tutto sembrava finito, è arrivato il colpo di scena firmato Carlo Conti.
La proposta
Subito dopo l’esito della giuria, il direttore artistico ha preso la parola spiazzando pubblico e concorrente. Conti ha elogiato le qualità di Welo e, intuendo la potenzialità radiofonica del pezzo, ha lanciato una proposta clamorosa: trasformare il ritornello di “Emigrato” nel jingle ufficiale di Sanremo 2026. Un’investitura pesante, che trasforma una sconfitta in una potenziale vittoria commerciale e mediatica.
Il precedente d’oro di Gabry Ponte
La proposta di Conti non è una semplice consolazione, ma ricalca un precedente illustre e fortunato. Lo scorso anno, la stessa sorte toccò a Gabry Ponte con il singolo “Tutta l’Italia”. Nato per essere un inno da stadio, il brano piacque talmente tanto al conduttore toscano da diventare la sigla del Festival. Il risultato? Un successo travolgente da oltre 34 milioni di stream su Spotify e una visibilità tale da portare il dj a rappresentare San Marino all’Eurovision Song Contest 2025 di Basilea. Se per Welo si aprirà la stessa strada lastricata d’oro lo dirà il tempo, ma l’endorsement di Carlo Conti conferma che il talento pugliese, pur senza gara, ha già lasciato il segno.