Il vicesindaco di Sannicola, Cosimo Piccione, passa dal carcere agli arresti domiciliari. È quanto ha disposto la gip di Lecce, Valeria Fedele, una volta ottenuto il parere favorevole della Procura.
Piccione si è dimesso dopo essere stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta della Guardia di finanza su presunti appalti e concorsi pubblici truccati e sulla corruzione in atti giudiziari finalizzata al consenso elettorale.
Per l’ormai ex vicesindaco la gip ha disposto l’applicazione del braccialetto elettronico.
Pur restando immutato il quadro indiziario, l’attenuazione della misura cautelare per Piccione, che a lungo ha ricoperto anche l’incarico di sindaco a Sannicola, viene motivata nell’ordinanza con le dimissioni da tutte le cariche (vicesindaco, assessore e consigliere comunale) rassegnate venerdì scorso nel corso dell’interrogatorio di garanzia nel quale si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Disposta l’attenuazione delle misure anche nei confronti dei dipendenti comunali Cosimo Leo e Marco Mario Prontera, ai quali gli arresti domiciliari sono stati sostituiti con l’obbligo di firma presso i carabinieri di Sannicola. Revocati gli arresti domiciliari per Maria Pia Gioffreda, ex consigliera comunale. Piccione è difeso dall’avvocato Luigi Corvaglia; Leo, Prontera e Gioffreda dagli avvocati Luigi Covella, Flavio Santoro e Maria Benevola Petrachi.