SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Ossigeno dal muschio degli acquari: così ci prepariamo a colonizzare Marte

Un team di scienziati italiani studia i muschi come pilastro del supporto vitale nelle missioni spaziali future. Si chiama “Moss on Mars” il progetto innovativo finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) nell’ambito del programma Discovery. Il progetto, condotto congiuntamente dall’Università Federico II di Napoli, con le docenti Chiara Amitrano e Veronica De Micco, e dall’Università del…

Un team di scienziati italiani studia i muschi come pilastro del supporto vitale nelle missioni spaziali future. Si chiama “Moss on Mars” il progetto innovativo finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) nell’ambito del programma Discovery. Il progetto, condotto congiuntamente dall’Università Federico II di Napoli, con le docenti Chiara Amitrano e Veronica De Micco, e dall’Università del Salento con il professore di Botanica e Bioproduzione Gian Pietro Di Sansebastiano, si propone di studiare il muschio come possibile base per il supporto vitale in ambienti extraterrestri, come la stazione spaziale internazionale o future basi sul pianeta Marte.

La partnership

Una collaborazione innovativa tra due eccellenze italiane. L’idea alla base del progetto è nata da un’intuizione del professor Di Sansebastiano, che ha collegato due filoni di ricerca: lo studio dei muschi per il fitorisanamento dell’acqua contaminata da metalli pesanti e il loro potenziale utilizzo nello spazio. «Anche in condizioni estremamente innaturali dobbiamo farci suggerire dalla natura le soluzioni migliori ai problemi », commenta il docente.

Gli esperimenti

Le specie di muschi selezionate per lo studio, Taxiphyllum barbieri, Vesicularia montagnei e Leptodictyum riparium, hanno dimostrato un’elevata adattabilità, fondamentale per sopravvivere alle radiazioni e agli ambienti estremi del Pianeta Rosso. Questi muschi, comunemente utilizzati per decorare acquari, sono multifunzionali: purificano l’acqua, producono ossigeno tramite fotosintesi e permettono di creare matrici organiche per la coltivazione di altre piante.

La visione

Lo studio apre scenari insperati sul futuro dell’esplorazione spaziale. Grazie alle loro proprietà, i muschi potrebbero diventare parte integrante dei sistemi di supporto vitale in missioni spaziali a lungo termine. Oltre alla purificazione dell’acqua e alla produzione di ossigeno, i polimeri organici prodotti dai muschi potrebbero essere combinati con materiali extraterrestri, come la sabbia marziana, per creare un terreno fertile per la coltivazione, come nel film The Martian – Il sopravvissuto con Matt Damon. «I muschi sono organismi pionieri estremamente adattabili», sottolinea Di Sansebastiano, evidenziando come non presentino i problemi gestionali tipici di alghe e microalghe. Questo li rende ideali per sviluppare un sistema di supporto vitale efficiente, anche in condizioni extraterrestri.

Verso la colonizzazione

Il progetto “Moss on Mars” rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra università italiane e l’Esa, unendo conoscenze di botanica extraterrestre e bioproduzione per affrontare una delle sfide più complesse dell’esplorazione spaziale: garantire la sopravvivenza dell’uomo in ambienti estremi.

ARGOMENTI

Innovazione
marte
moss on mars
muschio

CORRELATI

array(3) {
  [0]=>
  int(396550)
  [1]=>
  int(392368)
  [2]=>
  int(391552)
}

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!