Un omicidio legato al traffico di droga quello di Giuseppe De Giosa, 43 anni, originario del barese, ucciso mercoledì pomeriggio a colpi d’arma da fuoco in via Papini, nel quartiere Santa Rosa. De Giosa potrebbe essere stato inseguito o “invitato” a scendere dalla sua auto, una Fiat Panda bianca, forse per un chiarimento. Non è escluso che vittima e carnefici siano giunti insieme sul luogo del delitto. E nella giornata di ieri, la polizia ha sottoposto un giovane leccese all’esame dello stub.
Gli spari
Almeno sei i colpi esplosi, uno ha raggiunto mortalmente De Giosa, al torace. La dinamica lascia ipotizzare una vera e propria esecuzione. Sul posto sono stati rinvenuti bossoli di pistola e tracce che farebbero pensare anche all’uso di un kalashnikov. La vittima è stata trovata riversa sull’asfalto in posizione supina. Nella Panda sono stati scoperti 7 chili di hashish, confezionati in panetti e custoditi in una busta della spesa. Altre due buste simili, ma vuote, erano nel bagagliaio: un elemento che solleva interrogativi sulla possibile consegna di altra droga o su un furto da parte degli assassini. Le indagini sono coordinate dalla pm della Dda di Lecce, Giovanna Cannarile, con il supporto del procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi.
Il passato criminale
Giuseppe De Giosa, considerato vicino al clan Di Cosola di Bari, era stato arrestato nel 2014 durante un blitz antidroga e condannato inizialmente a 20 anni di reclusione, poi ridotti a cinque anni e quattro mesi. Gli investigatori ipotizzano che l’omicidio possa essere legato a una guerra tra clan per la spartizione delle piazze di spaccio lungo l’asse Bari-Lecce. Potrebbe trattarsi di una spedizione punitiva per uno “sgarro” o un tentativo di invasione di territori controllati da altri gruppi criminali. Intanto, la polizia ha acquisito le immagini delle videocamere di sorveglianza nella zona e raccogliendo testimonianze.