Si è svolto nella casa circondariale di Borgo San Nicola il primo recruiting day con colloqui di lavoro tra dieci imprese del territorio e 25 detenuti. L’iniziativa è nata su indicazione di Natalino Manno, prefetto di Lecce. L’input è stato pienamente accolto da Arpal Puglia che, insieme alla direzione della casa circondariale e ad un ampio partenariato, porta avanti da oltre un anno il progetto «Lavoro Fuori» (Formazione unita a orientamento per il reinserimento e l’inclusione). L’inedito appuntamento ha chiuso la seconda edizione di «Qui non c’è Lavoro Festival», organizzato da Arpal Puglia.
Gli incontri
Ogni settimana, gli operatori e le operatrici dei Centri per l’impiego incontrano i detenuti per i colloqui di orientamento. Sono cento quelli per cui si è già proceduto alla profilazione (dodici donne e 88 uomini). Si tratta di persone in regime di semilibertà o che godono di permessi premio o che usufruiscono della possibilità offerta dall’articolo 21 dell’Ordinamento penitenziario che prevede il beneficio di poter uscire dal carcere per svolgere un’attività lavorativa all’esterno. «La giornata di oggi rappresenta un’ulteriore dimostrazione della solidarietà del tessuto socioeconomico salentino», ha commentato il prefetto Natalino Manno.
La valida opportunità
«Questo primo recruiting day in carcere rafforza il posizionamento dell’Agenzia regionale pubblica per le Politiche attive del lavoro nei confronti di chi non ha la capacità o la possibilità di autodeterminarsi», ha rimarcato Gianluca Budano, direttore di Arpal. «Una parte delle persone detenute prese in carico dai Centri per l’impiego si è dimostrata pronta per sostenere i colloqui con dieci realtà produttive», ha sottolineato Marta Basile, dirigente di Arpal. Maria Teresa Susca, direttrice della casa circondariale di Lecce, ha evidenziato che il progetto «rappresenta una valida opportunità per le persone detenute sotto molteplici aspetti». Piero Rossi, garante regionale, ha concluso: «Tutti quanti auspichiamo la replicabilità di questa straordinaria opportunità».