In attesa per ore con la speranza di trovare posto su uno dei treni speciali messi a disposizione dalle Ferrovie del Sud Est per raggiungere e fare ritorno dal “concertone” finale de La Notte della Taranta a Melpignano.
Un’autentica odissea per centina e centinaia di persone, costrette a bivaccare a lungo nella piccola stazione ferroviaria nel cuore della Grecìa salentina prima di salire a bordo su uno dei convogli per tornare a casa. I più fortunati sono riusciti a prendere il primo tremo poco prima delle 2, gli altri hanno dovuto aspettare altre due ore – e in alcuni casi anche di più – per trovare posto.
A una manciata di minuti dalle 4 una folla impaziente e rumorosa assiepava ancora la stazione di Melpignano. Ritardi e ressa anche all’andata nella stazione di Lecce, dove molti, arrivati prima delle 20, hanno dovuto aspettare più di due ore per prendere il treno, arrivando con notevole ritardo. Eppure, almeno sulla carta, la collaborazione tra La Notte della Taranta e Ferrovie del Sud Est, vettore ufficiale di uno degli eventi più apprezzati nel panorama musicale internazionale e locale, avrebbe dovuto evitare tutto questo.
L’accordo
D’intesa con la Regione Puglia, committente del servizio, le ferrovie salentine hanno messo a disposizione del pubblico oltre diecimila posti a bordo di treni e bus per raggiungere comodamente il luogo dell’evento. In particolare, la linea ferroviaria è stata potenziata con 18 treni straordinari diretti sulla linea Lecce – Melpignano – Maglie, dalle 17.30 alle 5 del mattino seguente, per i circa 5 mila viaggiatori attesi e 14 treni aggiuntivi diretti sulla linea Gallipoli – Zollino – Melpignano – Maglie, dalle 18 alle 4.30 del giorno dopo, per circa tremila passeggeri. Così, però, non è stato. Ritardi e attese hanno in parte offuscato il ricordo di una serata speciale, piena di musica e parole.
La tappa finale de La Notte della Taranta ha fatto ballare e cantare decine di migliaia di persone. Una parte di questa immensa folla ha scelto il treno per scongiurare di trovarsi in code e rallentamenti, evitare spostamenti in macchina, pericolosi e poco efficaci. «Ogni anno così – commenta Carla – per trovare posto al ritorno ci si deve muovere prima che il concerto sia concluso, e comunque si trova già una coda infinita. Mediamente altre due ore di attesa schiacciati come sardine, senza respirare, in situazioni prive di qualsivoglia sicurezza». «Bisogna avere la fortuna di trovare posto in treno», commenta un altro dei passeggeri, «e per arrivarci si rischia di essere buttati a terra e calpestati».