Il Comune di Nardò ha deciso di rimuovere l’altalena inclusiva che si trovava nella frazione di Santa Maria al Bagno, a seguito dei lavori di rifacimento della piazzola. Con la giostrina è “scomparsa” anche la targa in memoria della figlia del consigliere regionale del Movimento 5 stelle Christian Casili.
L’altalena, infatti, era stata installata in memoria della bambina morta in un tragico incidente stradale avvenuto il 12 dicembre del 2015 a Fasano.
«La bimba si chiamava Viola ed era la mia bambina. Ma poteva essere la figlia di chiunque», scrive lo stesso Casili sui social denunciando l’accaduto e sottolineando che «il problema riguarda l’assenza di una parola che trascende la politica, una parola sempre più obsoleta e in disuso: l’umanità».
L’altalena, spiega il consigliere regionale, «fu voluta da una parte della comunità neretina, e fu realizzata con il contributo economico volontario di quella parte di comunità, me compreso».
Era una “giostrina inclusiva” e «dietro a uno dei sedili fu messa la targa in memoria della mia Viola. È stata rimossa – aggiunge Casili – in seguito ai lavori di rifacimento della piazzola e mai più rimessa al suo posto. È riapparsa in un terreno privato alla periferia di Nardò munita del suo tappeto antitrauma originario, ma senza la targa in memoria della mia Viola».
Uno dei donatori ai quali si deve l’originaria messa in opera dell’altalena, ha così scritto al Comune, chiedendo notizie e richiedendo, contestualmente, l’accesso agli atti. «La lapidaria risposta del Comune – riferisce – parla dello stazionamento dell’altalena “presso un deposito, si sta valutando dove poterla allocare”. E quella che era stata “allocata” in un terreno privato? È scomparsa tanto misteriosamente quanto fosse apparsa. La targa apposta in memoria di mia figlia e rimossa da uno dei sedili dell’altalena, evidentemente, attende anche lei “allocazione”. E così – conclude Casili – vi ho raccontato una ordinaria storia di miseria umana. Mi vergogno per loro».