SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Maresciallo morì sulla nave Garibaldi, un militare e il Ministero della Difesa condannati a risarcire i familiari

Il Ministero della Difesa e l'ufficiale del Reparto Aeromobili della Marina militare, Tommaso Basile, sono stati condannati a risarcire i familiari del maresciallo Salvatore La Rosa, morto il 30 novembre del 2006 in un incidente a bordo della nave Giuseppe Garibaldi. Lo ha stabilito la Corte d'Appello di Lecce - II sezione Civile, presieduta da…
l'edicola

Il Ministero della Difesa e l’ufficiale del Reparto Aeromobili della Marina militare, Tommaso Basile, sono stati condannati a risarcire i familiari del maresciallo Salvatore La Rosa, morto il 30 novembre del 2006 in un incidente a bordo della nave Giuseppe Garibaldi.

Lo ha stabilito la Corte d’Appello di Lecce – II sezione Civile, presieduta da Antonio Esposito. La sentenza, emessa in sede di rinvio dopo l’annullamento parziale da parte della Corte di Cassazione, ha riconosciuto la responsabilità civile di Basile e del Ministero per violazione della normativa antinfortunistica e omessa vigilanza.

L’indennizzo complessivo, detratta la quota di corresponsabilità della vittima, ammonta a 824mila euro, da cui andranno scomputate somme già percepite dai familiari (circa 312mila euro), da rivalutare.

I giudici hanno inoltre condannato Basile e il Ministero al pagamento delle spese legali per oltre 30mila euro complessivi.

Il maresciallo La Rosa morì in seguito al ribaltamento di un’autogrù durante il sollevamento di una zavorra d’acciaio da duemila chili. Secondo la ricostruzione, l’operazione fu gestita con personale non adeguatamente formato e senza una corretta valutazione dei rischi.

Il lungo iter giudiziario aveva visto in precedenza diverse assoluzioni in sede penale, ma la Corte d’Appello, ora in sede civile, ha stabilito la sussistenza di omissioni organizzative da parte di Basile, che – secondo l’accusa – avrebbe dovuto assicurare l’idoneità dei mezzi e la sicurezza delle operazioni.

Un’altra sezione della Corte d’Appello, con pronunciamento del 12 febbraio 2020, aveva assolto Basile per non aver commesso il fatto. Sentenza poi annullata dalla Cassazione ai soli effetti civili con rinvio per un nuovo giudizio.

CORRELATI

Cronaca, Lecce","include_children":"true"}],"signature":"c4abad1ced9830efc16d8fa3827ba39e","user_id":1,"time":1730895210,"useQueryEditor":true,"post_type":"post","post__in":[452828,452804,452472],"paged":1}" data-page="1" data-max-pages="1" data-start="1" data-end="3">

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!