SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Madre e figlio morti in Salento, ieri l’autopsia: il piccolo Elia deceduto per soffocamento

La Lancia Y grigia di Najoua Minniti era lì, nel silenzio del fondale, ribaltata e schiacciata dalla forza dell’impatto. È stata individuata sabato pomeriggio nelle acque di Roca, a pochi metri dalla scogliera che la procura ritiene possa essere il luogo del presunto suicidio della donna di 36 anni, ritrovata senza vita lo scorso martedì.…
l'edicola

La Lancia Y grigia di Najoua Minniti era lì, nel silenzio del fondale, ribaltata e schiacciata dalla forza dell’impatto. È stata individuata sabato pomeriggio nelle acque di Roca, a pochi metri dalla scogliera che la procura ritiene possa essere il luogo del presunto suicidio della donna di 36 anni, ritrovata senza vita lo scorso martedì. Un ritrovamento atteso, decisivo, che adesso potrebbe rappresentare un passaggio fondamentale per ricostruire la tragedia che ha sconvolto Calimera e l’intero Salento. Intanto, ieri è stata eseguita l’autopsia sui corpi: il piccolo Elia è morto per soffocamento, probabilmente strangolato, la madre per annegamento. Sul corpo della donna sono stati effettuati anche esami tossicologici.

Il ritrovamento

A trovare l’auto è stato un sub esperto della zona. Aveva deciso di immergersi come in una qualunque giornata dedicata al mare, ma la routine si è trasformata improvvisamente in un momento carico di inquietudine. «Ero sceso per un’immersione normale – racconta – era sabato, verso le tre del pomeriggio. Prima sono andato al largo, poi tornando sotto costa ho notato la macchina. Era rivoltata sottosopra. Mi sono avvicinato e ho provato a verificare se dentro ci fosse qualcuno. Per fortuna no». La prima impressione, sottolinea, è stata di forte impatto. «La macchina è completamente schiacciata. È come se si fosse accartocciata. È capovolta e le ruote sono rivolte verso l’alto». La profondità del punto del ritrovamento non è eccessiva, spiega: «Saranno tre metri e mezzo, quattro al massimo. È una zona con fondale roccioso, quindi se la vettura ha sbattuto potrebbe aver fatto più rotazioni prima di fermarsi».

Un particolare che rende difficile, secondo lui, immaginare cosa sia accaduto esattamente dopo la caduta in mare. Alla domanda se sia possibile capire se il corpo della donna fosse nell’auto al momento dell’impatto o se sia uscito successivamente, il sub scuote la testa: «Assolutamente impossibile dirlo. Le condizioni della macchina non permettono deduzioni. Il parabrezza è rotto, potrebbe essere stato l’impatto o l’espulsione del corpo, ma non si può stabilire. Se ci fosse stata una cintura slacciata, un dettaglio visibile, forse si poteva intuire qualcosa. Ma così no».

Le indagini

L’auto è di colore grigio metallizzato, conferma, compatibile con quella cercata dagli investigatori da giorni. Il mezzo non è stato recuperato subito, a causa delle condizioni meteo avverse. In supporto dei carabinieri della locale stazione e della guardia costiera, sono intervenuti i sommozzatori dell’Arma partiti da Pescara. Sul caso la procura di Lecce procede con l’ipotesi di omicidio volontario e istigazione al suicidio. Un frammento dopo l’altro, la verità prende forma e l’esito dell’autopsia ha chiarito molti aspetti.

CORRELATI

Cronaca, Lecce","include_children":"true"}],"signature":"c4abad1ced9830efc16d8fa3827ba39e","user_id":1,"time":1730895210,"useQueryEditor":true,"post_type":"post","post__in":[474484,475030,474565],"paged":1}" data-page="1" data-max-pages="1" data-start="1" data-end="3">

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!