È tornato in funzione, nel Dea del Vito Fazzi di Lecce, il centro di medicina iperbarica, afferente al dipartimento di anestesia e rianimazione guidato dal dottor Giuseppe Pulito e gestito in collaborazione con la professoressa Luciana Mascia.
Completate le procedure burocratiche e ottenuto le necessarie autorizzazioni, il servizio di terapia iperbarica sarà coordinato dal dottor Marcello Gorgoni.
La camera iperbarica consente il trattamento di numerose patologie come i casi di intossicazione da monossido di carbonio, patologia da decompressione dei subacquei, embolismi gassosi, trattamenti in regime di urgenza (come infezioni necrosanti progressive dei tessuti molli, casi di ischemia traumatica acuta o sindrome compartimentale, innesti cutanei e lembi muscolo cutanei compromessi) e in regime ambulatoriale (l’ipoacusia o sordità acuta improvvisa, le ulcere a lenta guarigione, le lesioni vescicali, rettali e mandibolari a seguito di radioterapia, problematiche ortopediche quali le necrosi asettiche di testa femorale, di condilo femorale, di omero e potenzialmente di altri distretti scheletrici e le osteomieliti croniche refrattarie).
«La riattivazione della camera iperbarica rappresenta oggi motivo di orgoglio», dichiara il direttore generale dell’Asl Lecce, Stefano Rossi: «Torniamo a offrire un’opportunità terapeutica utile al trattamento di numerose e spesso gravi patologie. Un trattamento che può fare la differenza tra la vita e la morte in situazioni critiche, un investimento sul futuro, su una sanità più vicina ai cittadini e capace di rispondere alle domande di salute con le opportunità della medicina moderna».
Esulta anche il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia domani, che ricorda come «dopo sei anni di attesa e a seguito di nostre ripetute ispezioni viene finalmente messa in funzione la camera iperbarica al Dea dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce».
Pagliaro sottolinea che «è stato ascoltato il nostro reiterato appello a Regione e Asl Lecce a stringere i tempi burocratici per i permessi necessari a partire, in modo da garantire l’ossigenoterapia iperbarica ai pazienti di Lecce e provincia, con un’apparecchiatura all’avanguardia costata mezzo milione di euro e rimasta in stallo».