Chiuso il cerchio sulla latitanza del 51enne Carmine Mazzotta, condannato in via definitiva a trent’anni di reclusione per omicidio e catturato ad aprile scorso dai carabinieri di Lecce dopo poco più di un mese di ricerche e mentre si stava preparando, stando agli elementi raccolti dagli investigatori, a fuggire all’estero.
I militari, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo salentino, hanno arrestato un 55enne di Nardò, già noto alle forze dell’ordine anche per un furto di armi avvenuto nel 2014 nella sede dei Forestali di San Cataldo.
Stando a quanto ricostruito dai carabinieri del nucleo investigativo guidati dal tenente colonnello Cristiano Marella, il 55enne avrebbe individuato il b&b di Torre Lapillo in cui Mazzotta si era nascosto e, dopo aver contattato il titolare, ne avrebbe visionato la camera. L’uomo sarebbe poi andato a trovare Mazzotta ogni giorno fermandosi a parlare con lui e lasciandogli buste della spesa.
Nel provvedimento del giudice a carico del 55enne si legge che l’uomo avrebbe «dimostrato contiguità a pericolosi ambienti criminali e uno stretto legame con esponenti della criminalità organizzata locale, verso i quali ha mostrato una disponibilità incondizionata».
Il 55enne è stato posto agli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico.