Rubinetti improvvisamente a secco in alcune delle palazzine di edilizia pubblica di piazzale Genova, dove numerosi residenti si sono ritrovati senz’acqua da un giorno all’altro. Alla base della sospensione del servizio ci sarebbero alcune famiglie morose, ma la decisione dell’Acquedotto Pugliese di chiudere la fornitura ha travolto indistintamente tutti gli inquilini, compresi quelli che le bollette le pagano regolarmente.
La protesta
Un disagio che colpisce in particolare anziani, disabili e famiglie con bambini piccoli. «Ci siamo trovati costretti ad andare alle fontane pubbliche per raccogliere il minimo indispensabile. Paghiamo regolarmente i consumi, eppure ci ritroviamo in questa situazione. Se c’è chi non paga, si intervenga direttamente sul singolo contatore, non su chi è in regola», dicono i residenti disperati. Voci intrise di rabbia e frustrazione: «Ho un figlio con due patologie, una molto rara. Da sabato siamo senz’acqua e io non posso nemmeno spostarlo. È una situazione inaccettabile. Senz’acqua non si fa nulla, non ci si lava, non si cucina, non si può vivere», racconta Rosaria, che abita lì da diversi anni.
L’appello
Il caso è arrivato anche in Regione, dove il consigliere di Fratelli d’Italia Paolo Pagliaro ha presentato un’interrogazione urgente all’assessora alle politiche abitative Serena Triggiani. «È disumano negare un diritto primario a famiglie che pagano regolarmente e che vivono situazioni di grave fragilità», denuncia il consigliere. «Acquedotto Pugliese si era impegnato, senza poi farlo, ad installare i contatori intelligenti singoli, uno per famiglia, proprio per evitare che l’insolvenza di qualcuno colpisse tutto il condominio. Così si preferisce colpire nel mucchio, alimentando tensioni sociali e costringendo persone perbene a rifornirsi alle fontane». Il consigliere chiede che il servizio venga ripristinato immediatamente e che si agisca in modo mirato solo contro gli utenti morosi.