Con la salvezza in tasca, il presidente del Lecce, Saverio Sticchi Damiani, ha tracciato un bilancio della stagione in una conferenza stampa aperta, iniziata con un commosso ricordo del fisioterapista Graziano Fiorita, la cui scomparsa ha segnato profondamente il club. «Prima ancora di parlare di sport, vorrei dedicare questa salvezza storica a Graziano. Un risultato mai raggiunto in 117 anni di storia del Lecce», ha dichiarato Sticchi Damiani.
La perdita di Fiorita, figura centrale nella vita del gruppo, è stata un momento spartiacque. «Quella perdita ha stravolto la nostra stagione e le nostre vite. In quel ritiro è scattata una molla. Ci siamo detti cose mai pronunciate prima. E poco dopo ci è crollato il mondo addosso. La sua scomparsa ha unito tutta Italia. Intorno alla sua figura si è sviluppato un tema di umanità raro nel calcio. Quell’episodio ha compattato un ambiente disunito, dandoci il coraggio per un’impresa epica», ha spiegato il presidente.
La stagione delle sfide
La stagione ha presentato diverse difficoltà fin dall’inizio. «La prima brutta notizia è stata Gonzalez, che non ha superato le visite mediche. È ancora non idoneo, ma il nostro staff gli ha salvato la vita», ha rivelato Sticchi Damiani. Un momento chiave è stato anche il cambio di allenatore, che ha portato all’arrivo di Giampaolo. «Siamo stati costretti a cambiare guida tecnica. La scelta è ricaduta su Giampaolo. Il calcio con lui è stato spietato, ma ha fatto un lavoro eccellente, anche grazie a uno staff preparato. Quando la squadra ha avuto una flessione, io la prestazione l’ho comunque sempre apprezzata. Ho scoperto in Giampaolo un uomo intelligente, sensibile, corretto. Sono felice che la salvezza sia arrivata anche per lui».
Mercato, tifosi, polemiche e futuro
Non sono mancate le critiche sul mercato, in particolare per la cessione di Dorgu. «Capisco i tifosi. Avevamo promesso che non sarebbe andato via, ma l’interesse del Manchester United è stato irrinunciabile. ‘Ora o mai più’, ci hanno detto. E il ragazzo voleva partire subito. Nonostante ciò, i primi soldi sono arrivati solo il 30 marzo. Gli acquisti fatti a gennaio sono stati logici e anticipati. Smentisco che il club non abbia voluto completare la rosa», ha chiarito il presidente.
Riguardo alla contestazione di una parte dei tifosi, Sticchi Damiani ha difeso l’operato della dirigenza: «Corvino e Trinchera in cinque anni hanno centrato una finale playoff, una promozione e tre salvezze. Il bilancio è straordinario. Ma probabilmente qualcosa è stato frainteso. La parola ‘asticella’ è stata male interpretata. Volevamo migliorare l’organico restando sempre concentrati sull’obiettivo salvezza. Chi sogna il Lecce in Europa non si abboni, non venga allo stadio». Ha poi riconosciuto il ruolo fondamentale dei sostenitori: «I tifosi, però, sono stati fondamentali. I 4000 a Roma sono stati l’ennesima dimostrazione di quanto siano speciali. Li ringrazio di cuore».
Ampio spazio è stato dedicato alle polemiche arbitrali: «Ci siamo salvati nonostante un’infinità di ingiustizie. Contro Fiorentina, Roma, Venezia, Juventus e Lazio ci sono stati episodi gravi. Non possono essere dimenticati. Dopo la gara con la Lazio, l’arbitro Fabbri ha scritto un referto falso. Mi sono avvicinato per salutarlo, ma mi ha trattato malissimo. Chiederò che non ci venga più mandato».
Sul futuro, il presidente ha annunciato importanti sviluppi strutturali. «Inizieranno a breve i lavori strutturali allo stadio. Abbiamo chiesto di giocare la prima partita fuori casa. A marzo ci saranno interventi invasivi, durante i quali vorremmo disputare due trasferte consecutive. Il nostro centro sportivo sarà pronto al rientro dal ritiro estivo e dal primo luglio apriremo anche lo store ufficiale del club. Siamo tutti motivatissimi: io, Corvino e i soci», ha concluso Sticchi Damiani, proiettando il Lecce verso una crescita solida e ambiziosa.