Le firme raccolte hanno superato quota settemila, ma il comitato per il referendum abrogativo del progetto di potenziamento del filobus prosegue la sua campagna e riparte con i banchetti nelle vie della città. I volontari continueranno ad operare nei prossimi fine settimana, fino al 7 settembre, per raggiungere un numero di firme che sembrava impensabile. Un’iniziativa cui i leccesi – per firmare è necessario avere la residenza nel capoluogo salentino – hanno risposto con convinzione.
Per chiedere il referendum, secondo il regolamento comunale, bastavano seimila firme, ma i promotori hanno voluto aumentare il numero raccolto per sottolineare che i cittadini hanno voglia di dire la loro su questa scelta cruciale per Lecce. Un numero maggiore di firme, inoltre, potrebbe garantire una quota di sicurezza rispetto ad eventuali firme errate o non complete.
Il progetto
Al centro della disputa referendaria un progetto che prevede un finanziamento da oltre cento milioni di euro per circa sette chilometri di nuove tratte e che impatterà in maniera sensibile sul paesaggio urbano con il posizionamento di ulteriori 900 pali, dei quali 400 in zona centrale, trasformando alcune importanti strade in corsie riservate esclusivamente ai mezzi pubblici, con la conseguente soppressione di parcheggi. Inoltre, sono previsti 8 milioni di euro di espropri di terreni privati per 137 mila metri quadri di superficie. Il comitato promotore punta il dito contro gli enormi e non sostenibili costi di gestione imposti dall’incremento chilometrico dei filobus rispetto ai bus ordinari e a carico della cittadinanza
La sindaca
Di parere opposto Adriana Poli Bortone, che sottolinea come «tra le varie opzioni possibili il filobus rappresenti oggi la migliore. Un’opportunità per dotare la città di un sistema di ricarica elettrica “in movimento” di tutta la flotta». La sindaca non chiude a possibili modifiche relative alla presenza di pali e fili, puntando «a un sistema di trasporto pubblico in sede riservata e protetta, molto più simile ad un tram che a una comune linea di bus».
L’inchiesta
Nel lontano 2011 il primo progetto sul filobus sfociò in un’inchiesta che ruotava intorno a Massimo Buonerba, ex consulente giuridico dell’allora sindaca di Lecce, Adriana Poli Bortone. Il processo sul presunto giro di tangenti legate alla realizzazione dell’opera fu poi spostato dinanzi al Tribunale di Roma, concludendosi con una sentenza di proscioglimento per intervenuta prescrizione.