C’è anche un uomo albanese arrestato il 30 settembre scorso, dopo 19 anni di latitanza e destinatario di una condanna a dieci anni di reclusione per sfruttamento della prostituzione (scarcerato per la prescrizione del reato), tra i cinque cittadini extracomunitari che la polizia di Stato di Lecce ha accompagnato alla frontiera in esecuzione di altrettanti decreti di espulsione.
Un altro, invece, è un cittadino tunisino che il primo ottobre scorso è stato trovato in possesso di oggetti in oro, ciotole, piatti in argento e orologi. È accusato di ricettazione.
Gli altri tre cittadini espulsi sono un americano, un albanese e una donna di origini moldave.
I provvedimenti sono stati emessi dal Prefetto della provincia di Lecce e convalidati dall’autorità giudiziaria. Il questore Lionetti ne ha poi disposto l’esecuzione.
Le espulsioni con accompagnamento alla frontiera di persone ritenute pericolose per l’ordine e la sicurezza pubblica, spiega la Questura di Lecce in una nota, «sono il risultato di un iter procedurale scandito dalla collaborazione tra i diversi uffici della polizia di Stato, tra i quali la divisione Immigrazione che, oltre alla quotidiana e consueta valutazione della posizione dei cittadini stranieri sul territorio nazionale, “chiude il cerchio” delle attività della polizia giudiziaria che riguardano i cittadini extracomunitari irregolari pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica».
Nei confronti dei cittadini espulsi dal territorio nazionale è scattato anche il divieto di tornare in Italia per un periodo che va dai cinque ai dieci anni.