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La Fòcara di Novoli, i cittadini custodi del fuoco “buono” di Sant’Antonio Abate

Ogni anno, tra il 16 e il 17 gennaio, il piccolo comune salentino di Novoli si trasforma in un palcoscenico di fuoco. La Fòcara, un falò gigantesco che raggiunge anche i 25 metri di altezza, accende il cielo e riscalda i cuori dei partecipanti, in un rito ancestrale che si ripete da secoli.

Un rito antico

Le origini della Fòcara si perdono nella notte dei tempi. Legata al culto di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali e del fuoco, questa tradizione affonda le sue radici in riti pagani preesistenti alla cristianizzazione.

La festa di Sant’Antonio a Novoli è un rito antichissimo che affonda le sue radici in tradizioni pagane legate al culto del fuoco, risalenti a tempi remoti. Il falò, la fòcara, rappresentava una purificazione e un rinnovamento, un augurio di prosperità per l’anno a venire. Con la cristianizzazione, queste antiche credenze si intrecciarono con il culto di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali e del fuoco, dando vita a una festa che unisce sacro e profano.

Un’opera d’arte effimera

La costruzione della Fòcara è un’impresa collettiva che coinvolge l’intera comunità. Per settimane, gli abitanti di Novoli lavorano alacremente per raccogliere la legna, costruire la struttura e dare forma a questa gigantesca scultura effimera. Ogni anno, il disegno della Fòcara è diverso, e gli artisti locali si sfidano per creare opere sempre più originali. In questa opera collettiva è coinvolta l’intera comunità, unendo generazioni diverse nel lavoro e nella celebrazione. Ogni fascina di vite, portata a spalla dai volontari, è un piccolo tassello di un mosaico che si compone lentamente, unendo il singolo al collettivo. La forma conica della fòcara, che ricorda i mucchi di grano che un tempo si ammassavano nelle aie, è un richiamo ad antiche tradizioni agricole.

Un evento per tutti i sensi

La Fòcara non è solo un falò. È un evento che coinvolge tutti i sensi: il calore del fuoco, il profumo della legna bruciata, il suono delle fiamme, la luce che danza nel cielo. Ma è anche un momento di aggregazione e di condivisione, in cui le persone si riuniscono per celebrare insieme questa antica tradizione.

Un patrimonio da tutelare

La Fòcara di Novoli è un patrimonio culturale riconosciuto a livello nazionale e internazionale. Negli ultimi anni, l’evento è diventato una delle principali attrazioni turistiche del Salento, attirando visitatori da ogni parte d’Italia e del mondo. Il riconoscimento come bene immateriale della Regione Puglia è un primo passo fondamentale verso un obiettivo ancora più ambizioso: l’inserimento nell’elenco del “Patrimonio dei Beni della Cultura Popolare Italiana” e, in futuro, nella prestigiosa lista del Patrimonio UNESCO.

L’edizione 2025

Il programma 2025 ha come filo conduttore “Il fuoco buono che si tramanda e si rinnova attraverso la devozione dei novolesi”. Sabrina Spedicato, presidente della Fondazione Fòcara, ha lanciato l’invito a estendere la rete anche ad altri comuni: «La Fondazione riparte all’insegna dei buoni propositi, e che Sant’Antonio Abate ci accompagni con i migliori auspici, il garbo del buon padre di famiglia, grande attenzione nella gestione, perché la Fondazione è strumento di grande valore aggiunto per il territorio novolese. La speranza, adesso, è quella di creare un fil rouge tra tutti gli eventi che interessano la nostra città nel corso dell’anno e creare partnership con altri comuni e altre realtà per offrire occasioni di sviluppo per il territorio». Alle 10 del 16 gennaio, giorno in cui si accenderà il grande falò, in piazza Tito Schipa, ci sarà la bardatura della Fòcara con l’effige di Sant’Antonio Abate e della bandiera: l’accensione avrà inizio alle 20.30, con un’installazione di fuochi pirotecnici. Il falò andrà avanti tutta la notte mentre centinaia di persone balleranno al ritmo della musica salentina.

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