In Salento si moltiplicano gli incendi che colpiscono ulivi secchi per la Xylella, trasformandoli in torce roventi con temperature oltre i 750°C. Coldiretti Puglia denuncia danni incalcolabili a agricoltura e turismo, aggravati da ritardi negli espianti e da burocrazia inefficiente. I roghi, spesso causati da piromani e favoriti da siccità e alte temperature, generano nubi tossiche che minacciano anche i centri abitati. Ogni ettaro bruciato costa oltre 10mila euro. La tropicalizzazione del clima, con temperature superiori di 0,69°C rispetto alla media 1991-2020, alimenta l’emergenza.
«Nella lotta agli incendi è determinante la velocità di azione e sono proprio gli agricoltori sul territorio che costituiscono – ricorda Coldiretti – una rete naturale e diffusa di sorveglianza, senza la quale il conto delle devastazioni sarebbe molto più pesante, ma che li espone anche a gravi rischi, specie in una situazione dove la siccità e le alte temperature favoriscono l’espandersi rapido delle fiamme».